«Non potevo dire no. Quando ad un medico viene chiesto un aiuto, non può sottrarsi specie se è per un popolo sofferente». Paola Parisi, 35 anni, di Crotone, è una ricercatrice in chirurgia plastica dell’Università “Sapienza” e lavora nell’ambito del reparto del policlinico “Umberto I” di Roma, diretto dal professore Diego Ribuffo. Un mese fa la giovane chirurga ha fatto parte dell’equipe medica che, partita dall’Italia è arrivata in Sierra Leone per curare le decine e decine di persone ustionate, nello scoppio di un’autocisterna di carburante, avvenuto il 5 novembre scorso nella zona industriale di Freetown (la capitale del Paese). Il racconto di quell’esperienza professionale e umana, parte proprio dai giorni successivi a quella strage che ha causato 90 morti e centinaia di feriti. Quando la struttura ospedaliera nella quale lavora le ha proposto di andare nel Paese dell’Africa occidentale per assistere i feriti di quella tragedia, Paola non s’è tirata indietro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria