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Covid, ospedali a rischio in Calabria. Occhiuto attiva 16 nuovi posti letto

Il covid corre e si trasmette velocemente, portando confusione, disordine, separazione. E continua a riempire gli ospedali calabresi, stremando medici e infermieri, togliendo il respiro agli ammalati, piegando in ogni angolo di questa regione il suo già fragile cordone sanitario. Da settimane la pandemia si è risvegliata con sguardo minaccioso sui presidi sanitari. Il governatore-commissario, Roberto Occhiuto, ha provato a rafforzare gli argini comunicando al Ministero l’attivazione complessiva di 16 nuovi posti (10 nelle aree mediche e 6 in terapia intensiva). E’ tutto quello che si può fare per provare a resistere in una terra dove è difficile curarsi. La resilienza dei servizi assistenziali cede progressivamente con l’aumento dei pazienti nelle corsie. L’algebra dei ricoveri un giorno sottrae e l’altro moltiplica, all’interno di una equazione complessa che, per il momento, resta senza soluzione dopo più di undici anni di commissariamento lacrime e sangue.

La mutazione

Il sorprendente rialzo dei casi potrebbe essere stato ispirato dalla presenza della variante Omicron. Ciò che serve è una mappa aggiornata per orientarsi in mezzo alle mutazioni del virus. L’Istituto superiore della sanità ha già ordinato una prima indagine rapida attraverso il sequenziamento dei singoli tamponi positivi notificati il 6 dicembre, corrispondenti a prime infezioni, da analizzare tramite il sequenziamento genomico per stimare la prevalenza delle varianti. Una ricerca che ha rivelato in Calabria la prevalenza della Delta presente in tutte le 39 sequenze ottenute per analisi. Finora, nella regione c’è un solo caso mappato di Omicron, a Reggio. Nelle ultime ore, l’Asp di Cosenza ha chiesto il sequenziamento del tampone positivo su un giovane rientrato dal Regno Unito.

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