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Potenziamento centri per l'impiego in Calabria, il bando non piace a Fp e Nidil Cgil

Baldari e Ferraro: “Mancato confronto ha provocato l’esclusione di profili professionali”

Un’occasione persa. Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Ivan Ferraro, segretario generale NIDIL CGIL Calabria, stigmatizzano con forza il mancato confronto prima della pubblicazione dei bandi di concorso pubblico per la copertura di 456 posti a tempo pieno e indeterminato per il potenziamento dei Centri per l’Impiego. Un mancato confronto che per la Cgil ha provocato l’esclusione di numerosi profili professionali utili ai Centri per l’impiego e al mercato del lavoro, che, peraltro, sono profili già presenti attraverso l’impiego di lavoratori a tempo determinato.

I sindacalisti ricordano come la FP CGIL avesse già lo scorso 14 dicembre, in occasione di un incontro alla presenza dell’assessore al personale Filippo Pietropaolo, rappresentato la non piena corrispondenza dei profili proposti dall’Ente per l’incremento del personale afferente i Centri per l’Impiego alle reali esigenze di tali uffici e ravvisato la necessità impellente di un tavolo specifico per discutere delle molteplici anomalie riscontrate in tal senso, desta profondo sconcerto l’assenza di confronto con le organizzazioni sindacali a tutela di quell’annoso bacino di precariato che il presidente Occhiuto asserisce di voler prosciugare.

“Una importante fetta di precariato che FP e NIDIL CGIL ritengono debba necessariamente trovare una giusta e consona valorizzazione per dare risposte a tanti lavoratori che da anni prestano la loro professionalità a servizio della Regione Calabria pur essendo contrattualizzati con Azienda Calabria, Ente Strumentale della Regione e con ANPAL Servizi. Non si comprende, dunque, come i vari profili in linea con le attività caratteristiche dei CPI, menzionati nel decreto dirigenziale n° 12931 del 15/12/2021 avente ad oggetto: “Decreto dirigenziale n. 3901 del 7 aprile 2014: integrazione”, approvato in considerazione del fatto che il Piano di potenziamento dei Centri per l’Impiego della Regione Calabria richiede il reclutamento di profili professionali adeguati e non presenti nella succitata rideterminazione del 2014, possano poi ridursi a due unici profili a tempo indeterminato e pieno: Istruttore Direttivo Amministrativo – Finanziario e Istruttore amministrativo contabile, che si discostano nelle mansioni notevolmente da quelle che sono le politiche del lavoro erogate dai Servizi pubblici per l’Impiego, quasi a sottendere che saranno destinati poi ad altri settori e certamente non funzionali alle esigenze dei Centri per l’Impiego. Inammissibile per FP e NIDIL CGIL che la politica regionale utilizzi risorse specifiche destinate dal Piano del Potenziamento solo ed esclusivamente ai Centri per l’Impiego senza prevedere, dopo tante annunciazioni, figure essenziali e peculiari che possano con competenza affiancare gli attuali operatori e specialisti dei Servizi per il Lavoro”.

Baldari e Ferraro evidenziano che nella stesura del bando in oggetto non si è tenuto conto: “dell’eterogeneità delle classi di lauree possedute dai precari su menzionati. Ed invero, a norma dei requisiti richiesti dal bando per l’accesso al profilo di Categoria D. sono, infatti, escluse le Classi L19 di Lauree in Scienze dell’Educazione e della Formazione, L24 Lauree in Scienze e Tecniche Psicologiche ovvero le Classi LM 51 Lauree Magistrali in Psicologia, LM57 Lauree Magistrali in Scienze dell’Educazione degli Adulti e Formazione continua, LM87 Lauree Magistrali in Servizio Sociale e Politiche Sociali, la cui mancata considerazione preclude anche a chi possiede le necessarie competenze e ha già lavorato allo svolgimento di fatto delle medesime mansioni messe a bando e/o all’interno dei Centri per l’Impiego di poter anche solo partecipare al concorso per i predetti profili; dell’esperienza maturata dai Navigator, che è bene ricordarlo, hanno già superato una selezione pubblica - per titoli ed esami - in quanto nello specificare cosa si intenda per “servizio” viene preso in considerazione soltanto il servizio maturato in materia di politiche attive e servizi per il lavoro, in forza di qualsiasi tipologia contrattuale da parte dell’ente Regione e/o attraverso enti strumentali. Contrariamente a quanto delineato a livello nazionale non si riconosce alcuna riserva o punteggio aggiuntivo a dei lavoratori che da oltre due anni si adoperano efficacemente nei Centri per l’Impiego così come normato con il Decreto Sostegni, D.L. 41/2021, che ha prolungato la durata dei contratti fino al 31/12/2021; della necessaria valorizzazione delle professionalità maturate da lavoratori che possono vantare un’esperienza pluriennale sul campo, espressa in questi anni, espletando le funzioni loro attribuite, talvolta, ove richiesto dalle contingenti necessità, andando anche ad assimilarsi alla figura dell’operatore del Centro per l’Impiego e quindi alle figure di cui al decreto dirigenziale n° 12931 del 15/12/2021. Valorizzazione, peraltro, più volte evidenziata anche dalla parte politica. Naturalmente, visto i risultati, si è trattato solo di parole”.
La nota dei sindacalisti, inviata a al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’assessore al Personale Filippo Pietropaolo, all’assessore al Lavoro, Giusy Princi e ai dirigenti Tassone (“Risorse Umane”), Cosentino (“Lavoro e Welfare”) e al dirigente settore Affari Generali, Giuridici ed Economici Relazioni Sindacali, Contenzioso del Personale, si conclude con parole dure e di ammonimento nei confronti della giunta regionale: “ Si ritiene di dover censurare fortemente il comportamento autoreferenziale della giunta regionale, stigmatizzando il comportamento di un assessore al personale che da un lato si dimostra (a parole) disponibile al confronto, dall’altro, senza coinvolgimento delle parti sociali, rischia di rendere vano lo sforzo in termini di risorse finanziarie che i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni hanno messo in campo per rafforzare le politiche attive del lavoro e renderle capaci di rispondere ai bisogni di una società che negli ultimi anni ha allargato la forbice delle diseguaglianze sociali. In ultimo, FP CGIL e NIDIL Calabria ritengono indispensabile un confronto immediato, al fine di dipanare in modo risolutivo delle vertenze afferenti un’importante fascia di precariato della nostra terra, che ha diritto dopo anni di incertezze di vedere riconosciuta quella giusta dignità che spetta ad ogni lavoratore, così come si ritiene fondamentale assicurare ai cittadini calabresi che le risorse vengano utilizzate nel modo più consono e trasparente possibile per dare quelle risposte che i calabresi attendono da ormai troppo tempo”.

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