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I consulenti della famiglia: "Bonaventura Ferri non ucciso dal Covid, ma da infezioni contratte in ospedale a Cosenza"

Bonaventura Ferri

Un colpo di scena. Che riapre un caso apparentemente legato al Covid ma - a quanto pare - connesso invece ad altre patologie. Il caso è quello di Bonaventura Ferri, il vigile del fuoco e sindacalista della Uil  morto nell’ospedale di Catanzaro lo scorso anno durante la pandemia. I medici incaricati dai familiari di Ferri di svolgere mirate verifiche hanno concluso il loro lavoro affermando che il vigile del fuoco  aveva - con criterio di elevata probabilità - la possibilità di sopravvivere alla polmonite da Covid. Ciò per  via dell’età (52 anni) e per l’assenza di fattori di rischio. I consulenti hanno rilevato la presenza tuttavia di due infezioni ospedaliere che avrebbero “drasticamente modificato la evoluzione positiva del quadro patologico virale”. Due infezioni contratte dunque all'interno del nosocomio di Cosenza dove il sindacalista era stato a lungo ricoverato prima del trasferimento a Catanzaro. A rendere noti i risultati della perizia medico legale è stato l'avvocato Massimiliano Coppa, legale dei familiari di Ferri. Il penalista annuncia una denuncia penale e l'avvio di una causa civile.

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