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Concessioni balneari in Calabria, lo stop alla proroga turba gli operatori

Un fronte nutrito e unanime quello dei concessionari balneari calabresi che all’assemblea di Assobalneari Calabria a Lamezia hanno esaminato le iniziative da intraprendere, alla luce degli ultimi interventi della magistratura amministrativa e penale in materia di scadenza delle concessioni. Sono infatti sul piede di guerra i titolari degli stabilimenti balneari, dopo la decisione del Consiglio di Stato dello scorso 9 novembre che pone la scadenza delle concessioni demaniali non oltre il 2023. Se il governo, nonostante le sollecitazioni di Bruxelles ad adeguare la legge sulla concorrenza in base alla direttiva Bolkestein, e quindi anche le concessioni demaniali, aveva preso tempo per non generare conflitti, il Consiglio di Stato ha posto la parola fine a ulteriori rinvii.

Certo è che questa situazione riguarda direttamente il settore turistico balneare italiano e, nello specifico calabrese. Grande è la preoccupazione per le imprese e strutture penalizzate dalla decisione del Consiglio di Stato. Infatti la disciplina nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative fino al 2033, secondo la sentenza depositata, collide con l’art. 49 del Trattato sul funzionamento della Ue e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE (appunto la Bolkestein). E, quindi tali norme non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione.

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