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Terremoto ai vertici Sacal. Spunta fuori un accordo tra Regione e soci privati

Disatteso l'impegni di Spirlì ad acquistare le quote lasciate dai soci pubblici

Un accordo scritto e non rispettato. Ci sarebbe questo all’origine del guazzabuglio nato attorno alla governance di Sacal. Il “term sheet” sottoscritto lo scorso 2 luglio dalla Regione (in particolare dal presidente facente funzioni, Nino Spirlì) e da Lamezia Sviluppo (rappresentata dall’ingegnera Adele Caruso). Nell’intesa, i vertici della Cittadella assumono l’impegno ad acquistare le quote eventualmente non sottoscritte (come poi è realmente avvenuto) dei soci pubblici, e lo stesso promette di fare, ma con i soci privati, Lamezia Sviluppo, la holding che fa riferimento alla famiglia Caruso. Ciò che è realmente accaduto è sotto gli occhi di tutti, con la Regione che ha rinnovato solo la quota detenuta prima dell’aumento di capitale, spianando la strada alla scalata del socio privato.

Il Consiglio d’amministrazione previsto per la giornata odierna potrebbe fornire le prime indicazioni sul futuro della società che gestisce i tre aeroporti calabresi, quelli di Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria, ma c’è chi, nel frattempo, sale sull’Aventino e indica al neo presidente della Regione, la strada da seguire, onde evitare ulteriori “errori”. I deputati del Pd Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi hanno chiesto ieri «un immediato intervento del governo per capire di chi siano le responsabilità nello stravolgimento degli assetti societari in modo da ripristinare la gestione pubblica nella Sacal preservando i fragili livelli occupazioni e la piena operatività degli aeroporti calabresi». Sulla stessa linea il M5S con il parlamentare Giuseppe D’Ippolito. Sul piede di guerra pure i sindacati. La Filt Cgil, nel pomeriggio di ieri, ha convocato una conferenza stampa, per chiarire che non esistono alternative al «commissariamento poiché in questa situazione gli aeroporti calabresi rischiano la chiusura». Ergo, «se ci sono stati colpi di mano, è bene che vengano alla luce del sole».

D’altronde, «non è ammissibile - ha ammonito il segretario generale Angelo Sposato - che il sistema aeroportuale di una regione passi inconsapevolmente dalla gestione pubblica a quella privata». E le responsabilità stanno «al vertice del Cda. Dunque, soltanto un passo indietro di quest’ultimo, nel suo insieme, può aiutare a riportare serenità e trasparenza». Dunque, «il neo presidente Occhiuto -ha sottolineato Sposato - dopo aver ammesso che esistano delle zone d’ombra nella vicenda – deve dare il là al commissariamento per consentire la verifica delle procedure messe in campo in questi anni». Peraltro, da tutelare ci sono i lavoratori, al cospetto di «esternalizzazioni, da tempo in essere, che stanno lì a testimoniare che qualcosa non funziona».

Il tutto senza pensare che «per conoscere il piano industriale della Sacal - ha chiosato Sposato - ci siamo dovuti rivolgere alla magistratura. Cosa deve accadere ancora?». Parole pronunciate al cospetto di cronisti ed iscritti, lavoratori stagionali che da anni attendono inutilmente certezze. Della questione, peraltro, secondo i vertici della Cgil, si dovrebbe discutere anche in un Consiglio regionale straordinario, considerata la delicatezza della materia. «D’altronde, in questa privatizzazione - ha fatto eco Nino Costantino, segretario generale della Filt Cgil - non c’è solo la mano dei privati. C’è anche un pezzo di mala politica che domani, nel Cda, non potrà assumersi alcuna responsabilità.

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