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Sacal, il CdA non scioglie i nodi: sul tavolo la proposta dei privati di vendere

Minimizzare, mantenere un profilo basso di fronte alla bufera mediatica degli ultimi giorni. I componenti del Consiglio d'amministrazione di Sacal, che ieri si sono riuniti a Lamezia Terme, parlano di «riunione positiva». La verità è che i nodi restano tutti ancora da sciogliere. Nel confronto guidato dal presidente Giulio De Metrio, saldo al suo posto nonostante la richiesta di dimissioni avanzata dalla Cgil, si è analizzata soprattutto la dura reprimenda arrivata da Enac, che contesta la procedure con cui si è proceduto alla ricapitalizzazione della società e valuta se revocare la concessione per l'aeroporto di Lamezia Terme, ha già presentato un esposto alla Procura di Catanzaro e all'Autorità nazionale anticorruzione. La storia è ormai nota: il disimpegno dei soci pubblici nella sottoscrizione dell'aumento di capitale - e in particolare della Regione, nonostante un accordo formale firmato a luglio dall'allora presidente Nino Spirlì in cui si assumeva l’impegno a salire dal 9,2 al 25 per cento della società - ha spianato la strada alla scalata dei privati. Lamezia Sviluppo, la holding controllata dalla famiglia Caruso, oggi detiene oltre il 51 per cento delle quote. Il socio privato in una lettera ha fatto sapere di essere disposto a rimettere in gioco le azioni acquistate senza alcun sovrapprezzo.

Domani in edicola su Gazzetta del Sud l'approfondimento

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