Lui ha scelto di non rispondere al Gip, ma il suo difensore ha sostenuto che il suo assistito non voleva uccidere. Dante Sestito, il 70enne di Cutro accusato di aver ammazzato a pistolettate sabato scorso a Cadelbosco Sopra, Salvatore Silipo, cutrese di 29 anni, ieri s’è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip del Tribunale di Reggio Emilia, Silvia Guareschi. Ma il suo difensore, l’avvocato Luigi Colacino, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto ha commentato così il tragico episodio: «Il colpo è partito per sbaglio, non c’era alcuna volontà da parte di Sestito di voler uccidere». E poi: «L’ho trovato provato – ha raccontato il legale parlando dell’indagato che attualmente si trova recluso nel carcere di Reggio Emilia - gli dispiace tantissimo di questa disgrazia perché il luogo e il contesto dicono che non può essersi trattata di un’esecuzione». Per questo, ha concluso Colacino, «non è da escludere che il mio assistito avesse in animo solo l’intenzione di minacciare». Di parere opposto è invece il sostituto procuratore Piera Cristina Giannusso, titolare delle indagini sul delitto del giovane Silipo. Secondo gli inquirenti, che nell’immediatezza dell’uccisione hanno anche raccolto le testimonianze dei familiari della vittima, l’omicidio che s’è consumato verso le 15.30 dentro l’autofficina per ricambi di pneumatici, "Dante gomme di Sestito Antonio", dove Silipo ha lavorato fino ad un paio di settimane fa, ha avuto i tratti di una vera e propria esecuzione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria