Il progetto dell’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, così come concepito a Roma, continuare a destare perplessità. Non solo l’allungamento del tracciato - dai 393 chilometri attuali ai 445 in programma una volta completata l’opera nel 2030 dopo che nella Capitale si è optato per un tracciato interno, “parallelo” a quello seguito dall’autostrada A2 -, ma anche la previsione, inserita nel piano commerciale straordinario di Rete ferroviaria italiana, di non prevedere tra i lotti prioritari dell’infrastruttura, la tratta Lamezia-Gioia Tauro. Quasi un ossimoro per un progetto che è stato pensato per contribuire a elevare il livello di attrattività e competitività del territorio calabrese. Com’è possibile non ritenere prioritario il collegamento tra i due nodi di trasporto internazionale (marittimo ed aereo) di questa regione? A sentire gli esperti della materia, non ci sono dubbi in tal senso: la stazione di Gioia Tauro dovrebbe essere realizzata all’altezza del porto, quella di Lamezia all’interno dell’aeroporto (interrata in corrispondenza del terminal passeggeri); verrebbero così realizzati due nuovi nodi di trasporto di fondamentale importanza per lo sviluppo della regione. Qualche mese fa, i docenti delle Università calabresi e siciliane che seguono con costante attenzione i progetti inseriti nel Pnrr hanno proposto di capovolgere gli orientamenti in atto, ipotizzando che la nuova linea ad alta velocità abbia inizio da Sud, ed in particolare dal tratto “invariante” Gioia Tauro-Lamezia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria