Tanto bello, tanto ferito. Il doppio volto del mare calabrese è sotto gli occhi di tutti, purtroppo. Da un lato scorci meravigliosi, acque cristalline, fondali che sono forzieri e molto altro. Dall’altro macchie maleodoranti e ancora peggio da vedere, bagnanti costretti sulle spiagge, appeal turistico a picco e molto altro. Più di un’inchiesta giudiziaria ha provato a fare luce sul dramma sofferto dalle nostre coste a causa di menti criminali e gestioni miopi, incapaci di guardare al di là del proprio pur lungo naso, buttando a... mare una ricchezza senza pari.
L’intesa Al di là della repressione, che comunque resta debole e a macchia di leopardo, è fondamentale lavorare alla prevenzione. Va in questa direzione il progetto elaborato dall’Università della Calabria per il miglioramento del sistema di depurazione calabrese.
Proposto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente e finanziato con fondi Por, il programma indagherà le cause del malfunzionamento degli impianti costieri.
La firma della convenzione tra l’ateneo di Arcavacata e la Regione ha dato il via al progetto “Depurinnova”, finanziato nell’ambito dei bandi europei 2014/2020, proposto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente (Diam) e coordinato dal professor Alessio Siciliano.
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