Gli ospedali e la ricerca spasmodica di medici. La carenza di assistenza nei luoghi di cura rappresenta una vera e propria emergenza. Di tutto questo ne è cosciente anche Maria Bernardi, la commissaria dell’Asp di Vibo Valentia che ha già varato un massiccio piano di assunzioni per mettere nelle condizioni i tre ospedali del Vibonese di dare le risposte che gli utenti si aspettano, nella speranza di poter frenare la fuga verso altri presidi della Calabria o addirittura oltre i confini della regione. La parola d’ordine che continua ad arrivare dal commissario Guido Longo, è «assumere!». Le risorse ci sono ma sono i medici a rifiutare lo Jazzolino, una struttura ospedaliera che cade a pezzi, dove il rischio dell’errore e a causa di carenze di organico e carichi di lavoro superano ogni limite e rappresentano uno spauracchio per tutti. Il vecchio nosocomio per decenni è stato letteralmente abbandonato a se stesso nella speranza del miraggio del nuovo ospedale che tra scandali, inchieste giudiziarie, ingerenza delle cosche, dissesto idrogeologico, scelte tecniche sbagliate, carenza di risorse e senza una visione strategica regionale nel campo della sanità in realtà non è mai nato. Ora c’è una cambio di strategia: Maria Bernardi ha deciso di invertire la rotta ed ha deciso di investire ben otto milioni di euro per mettere in sicurezza e riammodernare il vecchio Jazzolino. Servirà tempo ma si volta pagina, l’Asp ed i vibonesi sono stanchi di aspettare per qualcosa che non arriverà mai, per responsabilità di politici, consiglieri regionali, commissari e governatori che negli anni si sono alternati alla guida della Sanità e della Regione. Ma nel frattempo c’è da fronteggiare l’emergenza, quella che la pandemia, purtroppo, ha accelerato ed ha mostrato in tutta la sua drammaticità. Servono medici soprattutto nei pronto soccorso, ed a Vibo l’Asp è pronta ad incrementare gli stipendi. Per rendere appetibile l’offerta sono stati messi sul piatto ben 70 euro all’ora, una somma come 500 euro al giorno per operare in quella che viene definita la “trincea” dell’ospedale. In sette hanno risposto presente alle offerte dell'Asp per un contratto libero-professionale. Sarà il direttore sanitario aziendale di concerto con il primario del pronto soccorso dello Jazzolino a riorganizzare i servizi. Si cerca di evitare che in futuro ci possano essere altre fughe. «Siamo dei commissari – confessa Maria Bernardi – ma di fronte a situazioni di emergenza dovremmo avere pieni poteri». E, invece, motivi familiari e problemi di salute che ne limitano le prestazioni (una su tutte i benefici della cosiddetta 104) rendono vulnerabile ancora di più il sistema sanitario. Altro nodo dolente che rischia di frenare l’attività operatoria allo Jazzolino è rappresentato dalla carenza di rianimatori. Anche in questo caso sono pronti contratti libero-professionali con medici che saranno in pianta stabile nelle sale operatorie, fuori dai turni del reparto di rianimazione. E anche in questo caso con retribuzione alta. Prestazioni aggiuntive sono state proposte anche ai medici interni che vorranno prestare la loro attività anche oltre il turno normale di lavoro. Ma c'è di più le sale operatorie potrebbero essere aperte anche agli specializzandi dell'Università di medicina di Catanzaro. In tal senso la definizione sembra imminente. Identico lavoro per quanto attiene il reparto di ortopedia dove attualmente tutto il carico di lavoro pesa su due medici a cui viene affidato il compito di effettuare interventi in sala operatoria, svolgere le visite ambulatoriali e nello stesso tempo seguire i pazienti in reparto. Ne servono altri cinque, l'ultimo concorso in questo reparto risale al 2016.