Le infrastrutture calabresi e le loro gravi carenze restano al centro delle aspettative della popolazione ed entrano d’imperio nel dibattito politico-elettorale in corso di evoluzione da qui fino al voto del 3 e 4 ottobre. Del resto il tema non è nuovo per la regione, alle prese da sempre con una dotazione di strade e ferrovie inferiore al resto d’Italia. Ne è esempio lampante la Statale 106, la strada che corre lungo tutta la fascia jonica e per la quale da decenni si prospettano messe in sicurezza, ampliamenti, varianti e ammodernamenti che solo in minima parte hanno trovato concretizzazione. Ieri è stato il candidato del centrodestra Roberto Occhiuto ad affermare che l’attuale tracciato non è da Paese civile, affermando in un video diffuso via social che « la 106 va fatta a quattro corsie perché è un’arteria troppo importante, un’infrastruttura assolutamente necessaria». La realtà è invece ancora diversa, perché i tracciati effettivamente a quattro corsie sono ancora una minoranza in Calabria. E in alcuni casi neanche fatti troppo bene, come tra Simeri Crichi e Squillace, nel Catanzarese, dove fino a pochi anni fa alcuni cedimenti della carreggiata hanno costretto l’Anas a intimare manutenzioni straordinarie alle ditte che l’hanno costruita. Ma si parla comunque di quattro corsie per pochi chilometri (una ventina).
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