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Reddito di cittadinanza, smascherati 700 “furbetti” in Calabria

Clamorosa indagine dei carabinieri a Cosenza. Dopo i primi casi la Procura bruzia ha disposto controlli a tappeto

La grande truffa. Ordita approfittando di uno “strumento” sociale importante - il reddito di cittadinanza - inventato dalla politica per sostenere uomini e donne privi di redditualità. Una idea innovativa, poi concretizzata attraverso i necessari richiami normativi, immaginata a favore delle fasce più deboli per attenuare, almeno parzialmente, le sperequazioni retributive ed i disagi esistenti nella comunità nazionale.
“Fatta la legge trovato l’inganno” spiegò ai lettori del suo tempo Alessandro Manzoni e, certo, non si sbagliava. Negli ultimi sei mesi le indagini avviate da Guardia di finanza e carabinieri in Calabria hanno svelato come la misura di sostegno pensata per i più poveri sia stata ripetutamente utilizzata dai più furbi di tutti: i malavitosi. Interi nuclei familiari in odor di ‘ndrangheta sono risultati beneficiari nel Reggino e nel Crotonese del reddito su cui, peraltro, proprio in queste settimane si sta svolgendo una battaglia tra le forze politiche che compongono il governo guidato da Mario Draghi. Gli indebiti beneficiari sono stati di volta in volta denunciati alla magistratura con la conseguenza .- almeno si spera - della immediata revoca del contributo economico elargito dallo Stato.

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