«Non lasceremo nulla di intentato per far emergere le responsabilità di quanto accaduto, di chiunque esse siano: persone giuridiche, privati, Asp o pubbliche amministrazioni. Percorreremo tutte le strade in una lotta accanita che ormai incarna l’unico scopo della madre di Simona». A parlare in questi termini è l’avvocata Valentina De Pasquale, scelta dalla madre di Simona Cavallaro per fare chiarezza su ciò che è successo all’interno della pineta di Monte Fiorino nella giornata di giovedì scorso, quando un branco di cani ha ucciso la ventenne originaria di Soverato. Responsabilità oggettive e morali da far emergere nelle intenzioni del legale della famiglia della giovane che etichetta come «inopportune tutte le dichiarazioni fin qui rilasciate da chi cerca di smarcarsi dalle responsabilità della vicenda» che non si esaurirà nella dinamica dell’aggressione avvenuta nell’area attrezzata del comune di Satriano, ma che affonderà le analisi su cosa poteva impedire che avvenisse. Al vaglio degli inquirenti le segnalazioni che hanno preceduto l’attacco del branco già visto aggirarsi nei pressi della pineta e immortalato nelle foto e nei video di chi quella zona la conosceva bene e ora la guarda con distacco e paura. La caccia al branco era partita immediatamente dopo l’aggressione e fino a quando non sarà completata con la cattura di tutti i cani del gruppo assassino che ha sbranato la giovane, nessuno potrà accedere nella pineta del paese. Dodici i maremmani e meticci catturati nella zona dell’area pic-nic. Molti di questi sarebbero sporchi di sangue e quindi saranno i rilievi scientifici a dare qualche informazione in più sulle ferite mortali. Gli esperti hanno prelevato alcuni campioni di peli con l’obiettivo di identificare con certezza quali di questi animali abbiano partecipato all’aggressione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria