L’Università della Calabria si conferma, ancora una volta, un modello da imitare nel campo della ricerca. Uno studio realizzato da docenti e ricercatori dell’Unical sul Covid ha ottenuto un riconoscimento internazionale, ma non riesce ad avere la giusta attenzione dalla politica e dalle istituzioni regionali. A evidenziare tale discrasia con un po’ di amarezza è uno degli stessi docenti dell’ateneo che ha lavorato a tale studio e che spiega quello che è successo sulla sua pagina Facebook. Il dipartimento di Farmacia dell’Unical ha prodotto «un polimero ingegnerizzato con tecnologia ad imprinting molecolare capace di neutralizzare il virus Sarscov-2». Lo studio è stato pubblicato – scrive sui social il professor Francesco Puoci, docente del dipartimento di Farmacia – su un giornale di importante caratura scientifica internazionale». Puoci spiega che cosa è successo: «Infatti il lavoro è stato molto dibattuto non tanto per il “taglio scientifico” quanto per il carattere strategico-industriale. Una tale paternità, un polimero ingegnerizzato con tecnologia ad imprinting molecolare capace di neutralizzare il virus Sarscov-2, può essere potenzialmente raggiunta, in Europa, solo da pochi gruppi di ricerca dislocati principalmente in Inghilterra (il più grande) Francia e Svezia».
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