Un soffio caldo e incerto attraversa da mesi la scuola, luogo simbolo di questa pandemia, trincea amara di prof e studenti. Il 20 settembre suonerà la prima campanella in Calabria con una ripresa che, secondo Viale Trastevere, avverrà in presenza, grazie alle vaccinazioni. Un progetto che viaggia sui fili dell’alta tensione di una profilassi che mostra cifre ancora troppo pigre e, inevitabilmente, passerà dalla cruna di giorni decisivi.
Allarme Gimbe
La scuola resta un filare ingarbugliato anche secondo il presidente dell’istituto indipendente Gimbe, Nino Cartabellotta, che avverte la politica: «Per la riapertura delle scuole in presenza al 100% è un azzardo puntare solo sui vaccini. Innanzitutto, nessuno dei farmaci approvati è stato autorizzato per l’immunizzazione dei bambini sotto i dodici anni. In Italia il 47,8% dei ragazzi d’età compresa tra 12 e 19 anni non hanno ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali».
Situazione in Calabria
Lo scenario illustrato dall’ultimo report dell’ufficio del Commissario nazionale evidenzia ritardi nel percorso di immunizzazione della popolazione giovanile e del personale scolastico. La Calabria è in fondo alla graduatoria nazionale (seguita solo da Sardegna e Sicilia) nelle vaccinazioni di docenti e non docenti. Al 20 agosto, su una platea di 46.350 tra professori, assistenti tecnici, amministrativi e collaboratori scolastici ne risultano vaccinati 31.133 pari al 67,17% (31.833 hanno ricevuto la prima dose, 30.627 il richiamo e 506 la dose unica). Al momento, risultano scoperti 13.961 tra professori e personale Ata, pari al 30,12%. Per quanto riguarda la popolazione studentesca (12-19 anni), gli ultimi dati sono quelli raccolti proprio dalla Fondazione Gimbe che attribuiscono alla Calabria solo un 33,6% di ragazzi che ha completato il ciclo vaccinale. Un altro 14,8% ha ricevuto, invece, la prima dose. Completamente privo di copertura, invece, il 51,6% della platea giovanile (circa ottantamila in tutto). Dunque, i programmi rischiano di restare sospesi in molte delle 3.365 scuole pubbliche e private della regione perché non sarà facile recuperare in tre settimane la quota target senza contare che le aule sono rimaste quelle che erano e pure il sistema dei trasporti non ha subito rivoluzioni.
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