Il Covid continua a ondeggiare all’interno di diagrammi scomposti che assumono forme sempre diverse in mezzo ai vapori della polvere livida. Il virus è tornato ad essere una minaccia anche in Calabria. Un pericolo invisibile, senza forma che non segue mai lo stesso filo all’interno di grafici che risalgono in fretta verso il cielo. La paura, adesso, è negli ospedali perché i reparti non critici, con il saldo dei 9 pazienti ricoverati nelle ultime 24 ore, hanno raggiunto il limite di saturazione massima consentito nella zona bianca (tasso al 14,93%). Oltre la soglia del 15% scatta la zona gialla, un mondo minaccioso che apre alle restrizioni che l’estate senza regole ci aveva fatto dimenticare.
Monitoraggio
In questi ultimi giorni il microrganismo è tornato ad essere una minaccia per il mondo esterno e, purtroppo, anche per la resilienza dei servizi assistenziali. Non sono solo i numeri del contagio a preoccupare anche se, ieri, la Calabria ha dichiarato 279 nuove diagnosi distillate attraverso la lettura di 4.571 tamponi molecolari. Un rapporto che ha generato un tasso di positività del 6,10%. L’incidenza cumulativa risale a 84 casi per 100mila abitanti in una settimana (la zona bianca si perderebbe a 50 ma serve in combinato almeno uno dei due parametri ospedalieri oltre soglia). E, del resto, la velocità di trasmissione è diventata più evidente in queste prime settimane di agosto. Una pioggia di frecce infuocate che ha scorticato nuovamente la pelle di questa terra che si stava rimarginando a fatica. Anche i decessi tornano a salire. Ieri ne sono stati comunicati tre, tutti nelle ultime 24 ore (due nel Cosentino e un terzo nel Reggino). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud