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Calabria, disabili “dimenticati” per  20 anni

Assunzioni previste dalla legge ma mai effettuate dalla Regione Calabria. Sono 31 i lavoratori che dovrebbero essere inquadrati negli uffici della Cittadella. La questione al centro del Piano di fabbisogno del personale attualmente in esame 

Assunzioni quasi mai effettuate da parte della Regione, in barba a una legge che esiste da ventidue anni. A pagare dazio, nell’arco di quattro lustri, sono stati i lavoratori con disabilità che sulla base di una precisa norma, avrebbero dovuto essere inquadrati come categoria B1, in seno alla Cittadella. Il motivo è semplice: la Regione non ha mai provveduto, a dispetto della legge 68/99, ad assumere il 7% dei lavoratori occupati. A calcoli fatti, si tratta di quasi 31 unità. Ebbene, «come mai sono passati oltre 20 anni e nessuno ha ancora programmato tali assunzioni?» A chiederselo è la Csa-Cisal che ricorda come «ogni anno gli Enti dovrebbero redigere il cosiddetto Pid, prospetto informatico per i disabili», con il quale «la pubblica amministrazione certifica di rispettare i parametri del collocamento obbligatorio». Eppure, «questo obbligo di legge è stato eluso». C’è però un paradosso. La stessa Regione che non avrebbe quasi mai inteso rispettare tale norma, dal 2018 ha assorbito i Centri per l’impiego e «si permette il lusso di multare –sostiene la Csa-Cisal – tramite questi ultimi, i datori di lavoro, pubblici e privati che non rispettano la quota del collocamento mirato». Ma la legge non è uguale per tutti? Per la sua inadempienza, forse, «la Cittadella dovrebbe multarsi da sola».

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