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Sindaci e movimenti calabresi in piazza: "Il Recovery penalizza il Sud"

L’appuntamento è per domani alle 15 davanti a Montecitorio per portare alla luce quello che alcune associazioni definiscono uno “scippo” ai danni della parte più arretrata del Paese.

Le rassicurazioni del governo, in particolare della ministra per il Sud Mara Carafagna, sul vincolo di destinazione (inserito grazie a un emendamento al decreto Semplificazioni) del 40 per cento di fondi Recovery, anche nella parte messa a bando, agli investimenti nel Mezzogiorno, sono servite fino a un certo punto.

La mobilitazione ci sarà comunque e si capirà nelle prossime ore il grado di adesione che saranno in grado di raccogliere i promotori dell’iniziativa. L’appuntamento è per domani alle 15 davanti a Montecitorio. Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale, Rete dei sindaci “Recovery Sud” e a Liberi Agricoltori (di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna) vogliono portare alla luce quello che, almeno per loro, è uno “scippo” ai danni della parte più arretrata del Paese.

"Un fronte trasversale di sindaci, associazioni, esponenti politici – spiega il senatore Saverio De Bonis, tra i fautori della protesta - è pronto a far sentire la propria voce sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sulla Politica agricola comune. Quelle risorse che, in base ai criteri del Regolamento Ue per il Recovery, sarebbero dovute arrivare in quota nettamente superiore al Meridione oggi rischiano di prendere tutt’altra strada.

Né possono bastare le rassicurazioni calate dall’alto del governo su una quota Sud del 40 per cento. Al Mezzogiorno doveva essere assegnato il 70 per cento dei 209 miliardi previsti dal Piano. Li hanno ridotti a 82 miliardi, e poi abbiamo scoperto che di sicuri nel Pnrr ce ne solo al massimo 35".

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