Calabria

Lunedì 29 Aprile 2024

'Ndrangheta in Valle d'Aosta, 12 anni a Bruno Nirta, 4 anni all'avvocato Carlo Romeo

Contatti stretti con il mondo della politica e dell’economia, rapporti con la "casa madre", ma anche con la massoneria, oltre a un forte controllo sull'elettorato calabrese: ad Aosta era operativa una locale di 'ndrangheta. Da oggi ci sono due sentenze di secondo grado a confermarlo. La Corte d’Appello di Torino ha inflitto 15 condanne al termine di due processi nati dall’inchiesta Geenna sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella regione alpina. Ma dal palazzo di giustizia è uscito in serata un "grande" assolto: Marco Sorbara, ex consigliere regionale dell’Union valdotaine, il maggior partito autonomista in Valle d’Aosta. «Il fatto non sussiste» secondo i giudici d’appello: per lui hanno ribaltato la sentenza di condanna inflitta dal tribunale di Aosta, che nel settembre scorso lo aveva condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Con la lettura del dispositivo alle 19, dopo nove ore di camera di consiglio, gli sono anche stati immediatamente revocati gli arresti domiciliari. Era sottoposto a misura cautelare dal 23 gennaio 2019, quando scattò il blitz dei carabinieri. Pene ridotte ma quadro accusatorio in larga parte confermato per gli altri quattro imputati nel processo con rito ordinario: il ristoratore Antonio Raso, considerato uno dei vertici della locale (10 anni di reclusione), Monica Carcea, ex assessora comunale di Saint-Pierre, paese poi commissariato (7 anni), Nicola Prettico, ex consigliere comunale di Aosta e Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent (8 anni a ciascuno). Nel processo parallelo, con rito abbreviato, confermate sostanzialmente tutte le condanne. Al sanluchese Bruno Nirta (fratello di Giuseppe, ucciso in Spagna nel 2017), sono stati inflitti 12 anni, sette mesi e 20 giorni di carcere. In base alle indagini era uno dei vertici della locale, insieme a Marco Fabrizio Di Donato, condannato a nove anni. Pena confermata poi per l’avvocato penalista torinese Carlo Maria Romeo, originario di Bovalino: quattro anni e sei mesi di reclusione. Da Geenna è nata l’inchiesta Egomnia, chiusa nei mesi scorsi, su un presunto scambio elettorale politico mafioso alle elezioni regionale valdostane del 2018. Tra gli otto indagati anche gli ex presidenti della Regione Laurent Vierin e Renzo Testolin (quest’ultimo ancora in Consiglio Valle): le loro posizioni sono in concorso con quelle di due condannati di oggi, Roberto Alex Di Donato e Giachino. Lo stesso vale per l’ex governatore Antonio Fosson, ma in concorso solo con Raso.

leggi l'articolo completo