Emergenza al 118. Soli tre medici in servizio per servire sedici Comuni, divisi tra mare e monti. Con una popolazione di 60mila unità, che di questi tempi, con l’incremento turistico, si triplica. Mai sostituito l’indimenticabile dottor Pino De Vita, morto ad inizio d’anno, a causa del terribile Covid che ha contratto sul lavoro. E da gennaio, nessuno ha pensato bene, di mandare un altro medico alla postazione di emergenza territoriale, situata al pian terreno dell’ospedale “Guido Chidichimo”. E così accade da più mesi, che l’ambulanza in alcuni giorni e turnazioni, esce non medicalizzata e con a bordo, solo l’autista-barelliere e l’infermiere professionale. Che è vero fanno il loro lavoro, ma non possono sostituirsi al medico. I tre camici bianchi in attività, sono costretti a doppi ed estenuanti turni per cercare di garantire la propria indispensabile presenza. Ma anche loro, che affrontano quotidianamente centinaia di chilometri, soccorrendo pazienti in tutto il territorio jonico, e trasferendoli spesso da un Pronto soccorso all’altro, hanno diritto al riposo. E in loro assenza, il paziente o familiari che chiamano la centrale operativa del 118 di Cosenza, per un emergenza sanitaria, si ritrovano sotto casa l'autolettiga senza medico. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria