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Muore il decano del giornalismo sportivo calabrese Vincenzo d'Atri

Il cordoglio del sindaco Occhiuto e del Cosenza calcio

L'ex allenatore Cappellacci riceve il libro da d'Atri

Per decenni ha raccontato il calcio calabrese in tutte le salse. Appassionati di sport e addetti ai lavori lo ricordano perché Vincenzo d'Atri ha fatto loro compagnia, soprattutto la domenica sera, quando c'era da declamare i risultati delle partite: dalla serie B a scendere, a patto che fosse coinvolta la Calabria. In particolar modo il “suo” Cosenza. Si è spento a 90 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo.

Il cordoglio del Cosenza calcio e del sindaco

È con profonda tristezza che ho appreso la notizia della scomparsa del giornalista Vincenzo d’Atri, volto noto della RAI, tra le figure storiche del giornalismo calabrese e legatissimo alla città di Cosenza e alla squadra del Cosenza calcio della quale è stato, senza ombra di dubbio, uno dei narratori più appassionati e puntuali, si legge sul sito della società.

La Cosenza sportiva è da oggi più povera perché, senza il racconto delle gesta della squadra rossoblù che d'Atri raccolse in quei preziosi volumi dal titolo “Cosenza, storia in rossoblù” - sottolinea Occhiuto - i tifosi del Cosenza, ma anche tutti quei cosentini che lo hanno apprezzato e gli hanno voluto bene, non saranno più gli stessi. In questo triste momento nel quale mi sento di esprimere, insieme alla Giunta comunale, il mio più profondo cordoglio alla famiglia ed alle figlie, a cominciare da Gabriella, anche lei, come il padre, giornalista della Rai calabrese, ricordo il riconoscimento che la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi consegnò a Vincenzo d'Atri, nel 2014, durante il mio primo mandato di Sindaco, in occasione del centenario del Cosenza calcio. Il suo impegno nel giornalismo si è estrinsecato a più livelli e negli ambiti più diversi, ma, di certo, la passione che lo caratterizzava – afferma ancora Occhiuto nel suo ricordo di Vincenzo d'Atri - si esprimeva ai livelli più alti quando raccontava, in televisione o nei suoi libri, del Cosenza che sentiva come suo, nonostante fosse originario di Castrovillari. Quando ritirò il premio a Palazzo dei Bruzi, il giornalista disse che quello raccolto nei suoi libri sulla squadra di calcio della città era “un racconto senza fine, perché senza fine è il suo protagonista: il Cosenza. Noi oggi, pur nella tristezza del momento, diciamo che anche la storia di Vincenzo d'Atri sarà senza fine, perché la città ed il Cosenza continueranno a mantenerne vivo il ricordo.

 

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