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Morti nell'alluvione del 2018 a Lamezia, chiesti 5 rinvii a giudizio

Sott’accusa tecnici della Provincia, vigilanti e un imprenditore. Le vittime travolte da un’onda di fango e acqua a S. Pietro a Maida

Chiuse le indagini sull’incidente mortale che due anni e mezzo fa strappò alla vita la giovane mamma Stefania Signore e i suoi piccoli figli Christian e Niccolò di 7 e 2 anni. La Procura della Repubblica di Lamezia ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone, coinvolte a vario titolo nel tragico incidente che si verificò la notte del 4 ottobre del 2018 lungo la strada provinciale 113 nel comune di San Pietro a Maida.

Si tratta in particolare di Antonio Condello, imprenditore 51enne residente ad Acconia di Curinga; Floriano Siniscalco, ingegnere 50enne residente a Girifalco; Francesco Paone (60 anni), Giovanni Antonio Lento (60) e Cesarino Pascuzzo (62), tutti e tre di Lamezia, dipendenti dell’amministrazione provinciale di Catanzaro. Tutte sono accusate di omicidio stradale.

Per la Procura, infatti, l’Alfa Romeo su cui viaggiavano la 30enne e i suoi due figli fu investita da «un’onda anomala» che si sarebbe formata non solo per la violenza e la quantità della pioggia caduta in quelle ore, ma anche a causa della mancata manutenzione di un terreno e dell’assenza di controlli da parte dei tecnici della Provincia di Catanzaro.

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