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Accuse e ricorsi, guerra aperta nell’Ordine degli psicologi di Catanzaro

Il Tribunale annulla la delibera attraverso cui il presidente Lombardo aveva “premiato” alcuni fedelissimi

Chi pensa che certe dinamiche appartengano solo alla litigiosa politica nostrana si sbaglia. In pochi, però, accosterebbero situazioni che finiscono addirittura con le carte bollate alla categoria degli psicologi. È invece nel loro Ordine professionale che in Calabria si sta consumando uno scontro acceso che vede da una parte una minoranza di 7 consiglieri dissidenti (su 15) e dall’altra la maggioranza che fa riferimento al presidente Armodio Lombardo, accusato di tentare, con la scusa dello snellimento delle procedure, di accentrare le prerogative in capo al Consiglio regionale su un “triumvirato” composto, oltre che da lui, dal segretario Marco Pingitore e dal tesoriere Maria Toscano. I 7 consiglieri del gruppo “AltraPsicologia” (Vincenzo Cianflone, Domenico Foti, Carla Lo Giudice, Umberto Rotundo, Ada Schiumerini, Rossella Valotta e Santo Cambareri) l’hanno etichettata come «l’oligarchia dei divani» e hanno portato in Tribunale la delibera con cui, il 3 ottobre dello scorso anno, erano state assegnate diverse “deleghe” a presidente, segretario e tesoriere. Il primo round lo hanno vinto loro: il Tribunale di Catanzaro (I sezione civile, presidente Antonio Giglio, giudice estensore Sara Merlini) ha annullato la delibera ritenendola illegittima nella parte in cui delegava al “triumvirato” poteri importanti.

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