Il Brasile, patria del Samba e paradiso dei latitanti. Nella grande nazione del Sudamerica sono stati arrestati per ordine della magistratura italiana importanti "primule" delle mafie italiani. Gli ultimi, in ordine di tempo, a finire in manette sono stati Nicola Assisi e il figlio Patrick arrestati l'8 luglio del 2019 in una sontuosa residenza di San Paolo, dai carabinieri di Torino e dalla Polizia federale sudamericana. Nello stabile, protetto da un impianto di videosorveglianza, oltre ai due latitanti gl'investigatori scoprirono una stanza segreta contenente pistole, un chilo di cocaina, una macchina per replicare i sigilli dei container destinati ad essere imbarcati sulle grandi navi transoceaniche e milioni di dollari. I soldi erano tanti e tali che anziché essere contati vennero pesati: la bilancia rivelò che i broker di origine calabrese possedevano 20 chili di banconote dello “zio Sam”.
L'ultimo grande trafficante
Nicola Assisi, 63 anni, l'ultimo grande trafficante calabrese attivo su scala mondiale, è di Grimaldi, piccolo centro della provincia di Cosenza, anche se ha sviluppato i suoi interessi in Piemonte. Nella sua villa di San Giorgio Canavese, i finanzieri del Gico negli anni scorsi trovarono sotterrati “sottovuoto” 4 milioni in contanti di euro. Nel Cosentino, il boss ha ancora radici profonde tanto che cinque anni addietro la polizia scoprì che l'altro suo figlio, Pasquale Michael, aveva venduto una Fiat 500 sottoposta a provvedimento di sequestro dal Tribunale di Torino proprio a un “compare” residente in terra bruzia. Alla guida dell'auto, fermata casualmente per un controllo dalla Volante nel centro storico di Cosenza, c'era un pregiudicato. Ma è proprio in Calabria che “don Nicola” ora detenuto in Brasile in attesa di estradizione, ha subito lo smacco più grave:il nipote, Francesco, è stato infatti ingoiato dalla lupara bianca alle porte del capoluogo bruzio. L'uomo è sparito dopo essere stato visto per l'ultima volta la mattina del quattro marzo 2009 davanti a un bar di Piano Lago. Nel giugno del 2017, è finito in manette nell'aeroporto di San Paolo, mentre si stava imbarcando su un velivolo diretto in Venezuela, Vincenzo Macrì, di Siderno, broker internazionale della droga e nipote dello storico padrino Antonio Macrì, detto il "boss dei due mondi" assassinato nella cittadina ionica del reggino nel 1975. Il 26 maggio del 2015, dopo oltre trent'anni di ricerche ed indagini, a Recife, dove viveva con il falso nome di Francesco De Castro Visconti è stato invece arrestato il superlatitante della camorra Pasquale Scotti. L'uomo, storico capozona di Raffaele Cutolo e amico personale del boss di Cosenza, Franco Pino, si era rifatto una famiglia e viveva insieme con la moglie brasiliana e i due figli e aveva molte quote societarie in attività di ristorazione e servizi.
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