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Enti sciolti per infiltrazioni mafiose. Un triste primato per la Calabria

Nel 2020 sono stati ventuno i Comuni amministrati da commissari

La sede dell'Asp di Reggio Calabria

È un’infezione che aggredisce non solo la legalità e la trasparenza degli enti pubblici ma ne devasta anche le finanze. Porta anche a questo il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa che nel 2020 ha visto ben 52 Comuni italiani e due Aziende sanitarie provinciali (Catanzaro e Reggio Calabria) amministrate da 54 commissioni straordinarie. Dati che emergono dalla relazione annuale del ministro dell’Interno al Parlamento.
Ventuno i centri calabresi in gestione commissariale (triste primato nazionale) e quattro quelli sciolti nel 2020: in quest’ultima categoria rientrano Amantea in provincia di Cosenza; Pizzo (Vibo Valentia); Cutro (Crotone); Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria); nella prima categoria, Siderno, Casabona, Crucoli, Delianuova, Careri, Palizzi, Stilo, Sinopoli, Africo, San Giorgio Morgeto; sono invece arrivate alla fine del periodo di commissariamento nel 2020 e hanno avuto quindi nuove elezioni Cirò Marina, Scilla, Strongoli, Limbadi, Platì, Briatico, San Gregorio d’Ippona. Le due commissioni straordinarie delle Asp amministrano invece rispettivamente un bacino di 553.861 abitanti (Reggio) e 370mila (Catanzaro).

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