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Dove sono finiti 38 mila vaccini? Stretta sulla gestione delle dosi in Calabria

Si ingigantisce il “buco” causato (forse) dalle mancate registrazioni. «Le Asp comunichino subito il totale delle giacenze nei singoli centri»

Giro di vite per le Asp: nessuna autonomia gestionale sarà più consentita. D’ora in poi sarà solo ed esclusivamente il soggetto delegato a stabilire, e quindi a comunicare alla Farmacia di ciascuna Azienda sanitaria della regione, il numero dettagliato dei vaccini anti-Covid «da consegnare a ciascun centro vaccinale rientrante nel proprio territorio, con riferimento specifico alla categoria per fascia d’età, alla tipologia di vaccino, all’indicazione se trattasi di prima o seconda dose, solo ed esclusivamente sulla base delle prenotazioni»

La disposizione è datata 18 maggio e viene direttamente dal soggetto delegato, il capo della Protezione civile calabrese Fortunato Varone, e dal commissario ad acta per il piano di rientro dal deficit sanitario, Guido Longo, che vogliono così eliminare ipotetiche discrezionalità e soprattutto stringere le maglie dei controlli.

Alla base non c’è solo quanto emerso dalla recente audizione di Longo in Commissione parlamentare antimafia, cioè che ci siano stati “favoritismi” nelle vaccinazioni in Calabria, ma soprattutto un elemento numerico che soggetto delegato e commissario ad acta spiattellano in faccia alle cinque Asp e alle relative Farmacie territoriali.

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