Il sangue caldo scorre ancora sotto la pelle screpolata di questa terra. Ed è un sangue che genera ogni giorno un mondo nuovo che viene riempito di speranza. Ma i segnali non sono incoraggianti. L’alta e splendente fiducia della Calabria ha il suo male oscuro nascosto in numeri preoccupanti dentro statistiche demografiche che continuano a distillare preoccupazione. Nei giorni scorsi, l’Istat ha rilasciato le nuove stime di popolazione relative al primo gennaio di quest’anno e la regione si presenta con un saldo negativo di 16.382 abitanti in meno rispetto al dato del 2020. La popolazione complessiva è scesa da 1.894.110 a 1.877.728 residenti con una flessione pari all’8,7‰. Complessivamente, invece, rispetto al censimento del 2011, la Calabria ha perso 81.322 abitanti, corrispondenti al 4,15‰. Negli ultimi due anni, invece, risultano “spariti” 34.293, una intera città. Gli indici di natalità, in tutto il paese, confermano la contrazione demografica. Gli indicatori demografici dell’Istat sono spietati un po’ ovunque. E anche la Calabria rischia d’invecchiare con un tessuto giovanile che continua a scomparire. L’Istat traccia con precisione la curva dei neonati (i bimbi con 0 anni). In tutta la regione, al primo gennaio, se ne contano 13.942, di cui 7.104 maschi e 6.838 femmine. La fascia anagrafica più rappresentata è quella dei 56enni: ce ne sono 29.879 in tutta la Calabria (14.430 maschi e 15.449 femmine). Ma questa è anche una terra di centenari. In tutta la regione vivono 583 persone che hanno superato il traguardo del secolo di vita. Le più longeve in assoluto sono le donne (447 ultracentenarie) mentre gli uomini faticano evidentemente di più oltre la soglia dei cento anni (ce ne sono solo 136).
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia