L’Asp disastrata. Bilanci falsi, debiti spaventosi, contenzioni per decine di milioni di euro, fatture pagate due o tre volte a società diverse: l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza raggruppa una enorme area che va dal Tirreno allo Ionio, dal Pollino alla Sila. Un’area disseminata di servizi sanitari, ambulatori, ospedali e case di cura costati alle casse pubbliche montagne di denaro. La perdita economica, indicata nel bilancio consuntivo del 2018, che ben otto commissari succedutisi negli ultimi anni non hanno mai inteso approvare, ammonterebbe a una cifra che si aggira tra i 500 e i 600 milioni di euro. L’attuale commissario, Vincenzo La Regina, dovrebbe a brevissimo lasciare l’incarico proprio perché non è riuscito ad approvare il documento finanziario e, di conseguenza, quelli degli anni successivi. Il “Tavolo Adduci” non ha accolto la richiesta di proroga del manager che era stata avanzata dal commissario regionale alla Sanità, Guido Longo. L’ex prefetto, l’altro giorno, di fronte alla Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Nicola Morra, aveva spiegato d’essere stato indotto dalla difficoltà della situazione riscontrata a Cosenza, a sollecitare la proroga. La Regina, riguardo all’atto di approvazione formale del bilancio, aveva tempi stabiliti per legge - 90 giorni dall’insediamento - e non li ha rispettati. Quindi è decaduto.
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