Ammonterebbe a 35 milioni la massa debitoria del Corap, il Consorzio per lo sviluppo delle attività produttive calabresi. Il dato è emerso ieri durante l’audizione, in commissione Vigilanza, del commissario straordinario dell’ente Renato Bellofiore e dal revisore dei conti Sergio Tempo. Sul passivo pesano i 2 milioni vantati dai dipendenti e altri 7 per sentenze già esecutive cui dover ottemperare. In un quadro finanziario così fragile, reso più incerto dall’infelice procedura di liquidazione coatta amministrativa bocciata dalla Corte costituzionale, la priorità è assicurare un futuro occupazionale agli oltre 90 lavoratori del Corap. Nel corso della discussione i rappresentanti di maggioranza e opposizione hanno offerto diverse chiavi di lettura rispetto al quadro disegnato dal commissario Bellofiore. «Siamo fermamente convinti - ragiona il forzista Domenico Giannetta, presidente della commissione - che sussista una prospettiva di sviluppo per l’ente regionale, strettamente connesso agli obiettivi di rinnovamento del sistema economico e territoriale regionale e locale. Ma tutto ciò sarà possibile purché tale prospettiva sia dimostrata dal nuovo assetto della governance consortile, rinnovata a seguito dell’annullamento della sciagurata legge regionale voluta da Oliverio, che ha prodotto danni notevoli». Di tutt’altro avviso Graziano Di Natale, esponente di “Io resto in Calabria”.
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