Un delitto di mafia. “Firmato” con un fucile calibro 12 lungo la Superstrada 107, nel tratto che lambisce Lorica. L’imprenditore Tommaso Greco, 67 anni, stava tornando a casa, a Cariati, quando il killer che viaggiava con un complice a bordo di un’auto, cominciò a fare fuoco. Greco tentò di salvarsi scendendo dal fuoristrada di cui era alla guida, ma l’attentatore non gli diede scampo. La vittima era un uomo facoltoso e stava trattando l’acquisto, per un miliardo e mezzo di lire, di un appezzamento di terreno in località Campo San Lorenzo. E siccome non era il tipo da abbassare la testa davanti alla tracotanza, pestò i piedi agli uomini delle cosche crotonesi che, esercitando il dominio mafioso nell’altopiano, erano abituati a metter becco in qualsiasi transazione economica ed in ogni investimento. Le investigazioni, alle quali i familiari di Tommaso Greco offrirono tutta la collaborazione possibile, non portarono tuttavia ai risultati sperati e l’inchiesta fu archiviata. Il delitto avvenne i 27 settembre del 2001 e, da allora, sono cambiate molte cose. Cosa sanno i pentiti Oliverio, Spadafora e Grande Aracri dell’agguato teso a Tommaso Greco? Chi lo ordinò e chi lo eseguì? Domande alle quali i pm antimafia Paolo Sirleo e Domenico Guarascio potrebbero tentare di dare delle risposte. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria