Calabria

Venerdì 22 Novembre 2024

Calabria, adottato il disciplinare per l'uso dei reflui organici in agricoltura

L’assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo

Adottato il disciplinare per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, dei digestati e delle acque reflue e il programma di azione per le zone vulnerabili, e per quelle non vulnerabili, all’inquinamento da nitrati di origine agricola. «Con delibera di giunta regionale – è scritto in una nota del dipartimento Agricoltura –, approvata nei giorni scorsi su proposta degli assessori regionali all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e all’Ambiente, Sergio De Caprio, la Calabria si è dotata di uno strumento essenziale ai fini della regolamentazione dello stoccaggio e utilizzo degli effluenti di allevamento (letami e liquami), del digestato originato dalla fermentazione anaerobica di matrici agricole per la produzione di biogas e dei reflui delle piccole aziende agroalimentari». Con la stessa delibera, «la Regione Calabria – è scritto ancora – ha confermato la designazione e la perimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (Zvn) e il relativo Piano di azione, sanando di fatto la procedura di infrazione avviata nel 2018 dalla Commissione europea». «Un atto dovuto per la nostra terra, finalizzato – afferma l’assessore Gallo – al contenimento e al controllo dell’inquinamento da nitrati da fonte agricole, nel pieno rispetto delle stringenti normative comunitarie e nazionali in materia. Un plauso va al dipartimento Agricoltura che, insieme ai colleghi del dipartimento Ambiente, si è impegnato a fondo nello studio e nell’adattamento della legislazione alle particolari condizioni pedoclimatiche e produttive della Calabria che, pur presentando una condizione di basso rischio da inquinamento da nitrati da fonti agro-zootecniche, vanno monitorate e tenute sotto costante controllo. Per la Regione Calabria – evidenzia ancora l’assessore – la tutela ambientale deve andare di pari passo con lo sviluppo delle attività agricole e così dovrà essere anche nel prossimo Programma di sviluppo rurale, attraverso il quale le condizioni di vantaggio dei nostri territori rispetto ad altre aree dell’Unione europea dovranno essere preservate e potenziate, al fine di perseguire uno sviluppo che sia realmente sostenibile».

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