Calabria

Venerdì 22 Novembre 2024

La Calabria travolta dal virus

Il pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza

La Calabria si risveglia “arancione” con l’incubo di un virus feroce che da settimane ha spinto la regione in una pericolosa curva della storia. L’epidemia si diffonde velocemente in questa terra violentata dalla collera stolta di un nemico che diventa visibile solo una volta dentro quei corpi consumati che riempiono gli ospedali. E anche ieri, altra gente è stata costretta alla resa. Si sono arresi in 6 (4 dei quali nel Cosentino, una provincia che ha già seppellito 52 morti dall’inizio di aprile!) e la contabilità del dolore, da quando la pandemia è cominciata, ha già messo in fila nella regione 903 caduti. Nell’ultima settimana, quella tra lunedì 5 e ieri, la Calabria ha contato ben 49 vittime (che in media fanno 7 al giorno). Il dato dei decessi continua a crescere più in fretta di altri parametri di riferimento nella lettura della pandemia. Ma c’è anche il riscontro dei nuovi casi che aggiorna l’algoritmo dentro una curva capricciosa che punta verso il cielo. La Regione ha inserito 593 nuovi positivi nel report quotidiano anche se molte di quelle diagnosi riguardano tamponi molecolari con prelievi risalenti anche a più di dieci giorni. Sono gli effetti di un’attività di testing&tracing sempre più pigra, soprattutto nel Cosentino, dove può succedere che una giovane donna affetta da una grave malattia infiammatoria autoimmune sia stata testata il primo aprile e ancora non sa se ha incontrato il virus o meno. Altro caso, sempre nel Cosentino, una giovane mamma con tre figli piccoli in casa attende dal 2 aprile il suo tampone mentre il marito era ricoverato in condizioni gravissime a Catanzaro (ieri sera, purtroppo, è arrivata la notizia che l’uomo non ce l’ha fatta. A 37 anni si è arreso al Covid). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

leggi l'articolo completo