Sono ore decisive per la Calabria per ciò che concerne un possibile cambio di colore da rosso ad arancione. Il tema è ovviamente legata all'epidemia di coronavirus che sta colpendo in maniera importante la regione nelle ultime settimane tanto da averla portata in zona rossa già dalla fine di marzo. Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha emanato un'ordinanza nei giorni scorsi che ha disposto la zona rossa fino al 21 aprile. Una decisione, quest'ultima, presa al di là dei numeri settimanali del consueto monitoraggio del venerdì. Numeri in aumento, tasso di positività costantemente sopra il 10%, campagna vaccinale che prosegue a singhiozzo.
L'apprensione e la rabbia di commercianti e ristoratori
Ma negli ultimi giorni è cresciuta a dismisura la pressione scaturita da proteste di vario genere in tutta la regione. Commercianti, ristoratori, parrucchieri, ambulanti hanno manifestato il proprio dissenso chiedendo di poter riaprire e nelle ultime ore le pressioni politiche hanno investito direttamente il governo centrale. Spirlì, dopo che ha disposto la zona rossa fino al 21 aprile, è salito a Roma per chiedere che si possa trovare una soluzione che contempli possibili riaperture e così hanno fatto anche altri importanti rappresentanti politici della regione
Cosa dicono i numeri
3.141 casi in questi primi giorni di aprile, un tasso di positività che oscilla costantemente sopra il 10% con picchi del 16,6% nel giorno di Pasqua. La provincia di Cosenza la più colpita con tantissimi nuovi casi e con l'impossibilità di ricoverare 25 pazienti positivi perchè i reparti ospedalieri sono saturi. Oltre 60 decessi dall'inizio del mese e quasi 12mila i casi attivi in questo momento. 448 i ricoverati nei reparti ordinari e 38 in terapia intensiva. Numeri che certificano la difficoltà di una regione nel gestire al meglio l'epidemia che avanza. Numeri che parlano chiaro e che fanno pensare ad una Calabria in zona rossa almeno fino al 21 aprile come peraltro disposto da Spirlì.