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Coronavirus, Cgil Calabria: "Vaccinare gli anziani è un diritto!"

«La situazione della vaccinazione in Calabria appare sempre più caotica e allo sbando. Restiamo saldamente ultimi per erogazione dei vaccini, e tale ingiustificabile inerzia si abbatte inesorabilmente sulle categorie più fragili, costrette a pagare spesso con la vita, le conseguenze della mala gestione dell’intero comparto sanitario, quando invece proprio la somministrazione dei vaccini ai soggetti più deboli - e gli anziani lo sono - doveva essere la priorità, perché solo vaccinando gli anziani potremo pensare di uscire dalla fase acuta, liberare le terapie intensive e porre le basi per un futuro meno drammatico post pandemia». È quanto sostengono, in una nota, il segretario generale Spi-Cgil Calabria, Claudia Carlino, e il  segretario generale Cgil Calabria, Angelo Sposato.

«Le disfunzioni - proseguono i due sindacalisti - sono riscontrabili lungo l’intera filiera vaccinale, a partire dalle modalità di prenotazione, per via di un sistema privo di programmazione, che addirittura dà precedenza ad altre categorie, oltrepassando in automatico molti soggetti fragili, già costretti a recarsi a centinaia di chilometri dalla propria abitazione, con gravissime difficoltà logistiche ed economiche, aggravate peraltro, da lunghe e stressanti attese per il vaccino. Di più: la piattaforma informatica non è in grado di riconoscere patologie né esenzioni, impedendo agli aventi diritto di accedere facilmente alla prenotazione, perché priva della necessaria connessione di dati tra identificativi della tessera sanitaria, patologie pregresse, e anagrafe vaccinale. Manca poi una pianificazione logistica per le persone non autosufficienti, che nemmeno hanno la possibilità, per motivi legati alla loro patologia, di recarsi in un centro vaccini. Nei buchi di questo sistema-gruviera si inseriscono poi la superficialità e l’arroganza di quanti, tra operatori o semplici cittadini, fanno carte false per vaccinarsi, senza far parte delle categorie cui spetterebbe di diritto, perché anziani, disabili, malati cronici».

Secondo Carlino e Sposato «è inaccettabile che la categoria “altri” sia quella prevalente in Calabria e su questo Longo e Spirlì devono dar conto alla popolazione calabrese. La direttrice da seguire è una sola: far valere i criteri del Piano Vaccinale Nazionale, senza privilegi di sorta. Non è possibile che i centri vaccini non abbiano neanche le dosi necessarie! Bisogna seguire la filiera, e assicurare stoccaggio e distribuzione corretti, con una logica che tenga conto delle ridotte risorse umane tra chi deve somministrare, riducendo spostamenti e tempi di attesa e di erogazione. Avevamo chiesto di essere ricevuti per discutere sul Piano Vaccinale, per programmare bene il servizio di vaccinazione, per le fasce deboli, e rimediare ai limiti che la Calabria ha visto emergere con la pandemia, purtroppo il commissario Longo non ha valutato necessario confrontarsi. Riteniamo ora non più rinviabile un intervento incisivo su queste problematiche, giacché disfunzioni così odiose e pericolose per il buon esito della vaccinazione in Calabria, vanno eliminate, tutte. Questo è quanto chiediamo con forza al Commissario Longo, affinché esamini questo attentato al diritto alla salute e alla vita dei cittadini calabresi più fragili, ponendovi immediato rimedio, per correggere problemi e difficoltà strutturali, onorando fino in fondo e con senso di responsabilità il suo incarico. Siamo altresì consapevoli che ogni ulteriore ritardo ricadrà tragicamente sulla vita dei cittadini calabresi. E sia chiaro: dimenticare gli anziani, che hanno pagato il prezzo più alto nella pandemia, allontanerà ogni speranza di ritorno alla normalità.

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