«Guidare un Dipartimento depauperato nel tempo della necessaria risorsa umana e oggetto di una continua e scientifica destrutturazione non è certamente un compito facile. Ma il dottor Brancati ha dimostrato un gran coraggio non soltanto accettando semplicemente l’incarico ma accogliendo l’ardua sfida che lo attende. Ed è ben consapevole delle insidie che ricoprono il suo percorso tutto in salita, che non dovrà, questa volta, farlo cimentare in un compito paragonabile alla fatica di Sisifo, dove Zeus è incarnato dalle deplorevoli condotte poco trasparenti che hanno ormai inquinato il Sistema sanitario calabrese e che hanno avuto il potere di disinnescare ogni tentativo di risanamento». Lo affermano i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria, Alessandra Baldari, Luciana Giordano ed Elio Bartoletti che «formulano, innanzitutto, i migliori auguri di buon e proficuo lavoro al nuovo Direttore Generale del Dipartimento regionale Tutela della salute, Servizi sociali e sociosanitari, Giacomino Brancati, per il prestigioso quanto spinoso e ostico incarico ricevuto. Un Dipartimento, quello della Salute che dovrà essere riorganizzato completamente, con l’apporto delle migliori professionalità presenti già negli organici della Giunta regionale, che dovranno essere incentivate con specifici riconoscimenti economici e opportunità di crescita professionale. Ma l’obiettivo da conseguire è di tale importanza che sarà necessario verificare se ci sono le condizioni per stabilizzare con destinazione vincolata proprio al Dipartimento in questione quelle esperienze professionali che già operano in condizioni di precarietà nel Dipartimento regionale della salute e che potrebbero dare un forte impulso all’azione di rilancio di cui necessita la Struttura».
I sindacalisti evidenziano che «se non si riuscirà a cogliere tutte le opportunità varate dal Governo nazionale per gestire e in qualche modo arginare il dilagare del contagio da Covid-19 nelle sue varianti, sfruttando al massimo ogni spiraglio normativo per reclutare nuovo personale e immettere nuova forza lavoro negli interstizi istituzionali deputati al controllo della pandemia, allora si, che la Calabria avrà poche speranze di avere una fabbrica della salute efficiente e funzionante. E anche la nomina dei due nuovi sub-commissari, figure previste dal Decreto Calabria bis e individuate nei due manager di comprovata esperienza rispettivamente sanitaria e contabile, Angelo Pellicanò e Michele Ametta, dev’essere interpretata come una nuova opportunità, che non dovrà trasformarsi per i calabresi nell’ennesima illusione che evapora come una bolla di sapone».
Formulando anche ai due nuovi sub-commissari, Pellicanò e Ametta, i migliori auguri di buon e proficuo lavoro, i segretari generali del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil Calabria rivolgono l’invito alla istituenda triade commissariale e al DG Brancati di «attivare immediatamente un tavolo di confronto permanente per affrontare in maniera costruttiva tutti i problemi che stanno minando l’efficacia del lavoro e dell’impegno delle tantissime Donne e dei tantissimi Uomini del SSR calabrese che stanno lottando senza tregua per frenare il contagio e curare gli ammalati. Solo creando le giuste alleanze e le necessarie sinergie si potranno sciogliere, ognuno per la parte di propria competenza, tutti i nodi che stanno aggrovigliando il sistema delle vaccinazioni, dalle forniture e dalla possibilità di accesso alla relativa piattaforma (che sta creando non pochi disagi ai soggetti fragili) fino alla somministrazione dei vaccini. Ma non solo. Va affrontata la cronica carenza di personale sanitario in tutte le articolazioni del Ssr, che a causa dell’incremento dei casi positivi in Calabria si sta rivelando in tutta la sua urgenza. Tanta è la richiesta di assistenza domiciliare e di intervento delle Usca e in tanti si chiedono che fine ha fatto la tanto declamata figura dell’infermiere di famiglia. È necessario riorganizzare gli specifici percorsi Covid e implementare il personale e riorganizzare il lavoro nelle terapie intensive, sub intensive, nei Pronto Soccorso, nel Suem 118, nei Reparti di malattie infettive, pneumologia e nei Reparti Covid. Giusto per citarne alcuni. E serve riportare a regime l’assistenza sanitaria ordinaria per i malati oncologici, dialitici e per le cronicità. Serve, più in generale, migliorare l’erogazione dei LEA. Tutte questioni, queste, che vanno affrontate con la massima urgenza e che non possono prescindere da un serio e sano confronto con coloro che rappresentano la voce e il cuore dei tanti Operatori sanitari calabresi!».
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