«Dato l’elevato numero dei soggetti coinvolti, si è creata una fitta rete di collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà associative. Le attività e le sedi sono state rese disponibili ai minori cinque giorni su sette (contro il precedente servizio della ludoteca popolare e del doposcuola fruibile solo a giorni alterni). È inoltre aumentato sensibilmente dei partecipanti alle attività. I beneficiati indiretti sono stati minori dai 3 ai 16 anni italiani svantaggiati/con problemi comportamentali ed extracomunitari».
Fotografa la realtà cosentina ed è scritto nel report finale del progetto “A scuola di talenti”, realizzato grazie al cofinanziamento del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pubblicato da Casa dei Diritti sociali, oltre alla realtà cosentina ha coinvolto, analizzato e raccontato la dispersione scolastica e l’occupabilità giovanile in altre sette città italiane, con focus sul ruolo del #terzosettore. Lo racconta il Centro servizi volontariato (Csv) bruzio.
«Per favorire l’approccio con le categorie più vulnerabili – è scritto nel capitolo cosentino del volume – sono state utilizzate metodologie sperimentali di matrice psico-sociali, volte al riconoscimento alla gestione delle emozioni attraverso attività ludiche di gioco, esplorazione ed auto-narrazione. La sperimentalità dell’approccio educativo si è palesata come uno dei punti di forza dell’intervento, rafforzata dalla diversificazione e capillarizzazione sul territorio delle attività e degli operatori, tutti adeguatamente formati. Sono invece state riscontrate alcune criticità nel basso coinvolgimento e distaccamento delle famiglie verso la povertà educativa, evidenziando diverse problematiche di tipo socio-affettivo in alcuni minori».
L'articolo integrale potete leggerlo nell'edizione cartacea - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia