Nelle ultime versioni del Pnrr c’è «qualche accenno» alle smart road, ma è ancora molto poco secondo i docenti universitari calabresi e siciliani di Strade e Trasporti che già da tempo lavorano per fornire proposte documentate e fattibili sui tre interventi (strade, ferrovie e porti) che «non possono mancare» nel Recovery Plan. Riguardo alle strade “intelligenti”, cioè dotate delle tecnologie che consentono l’interconnessione tra i veicoli che le percorrono, i prof hanno formulato una proposta che, nell’ambito del Next Generation Eu che assegna all’Italia oltre 200 miliardi, ha un costo stimato di 300 milioni di euro. I prof dal canto loro propongono la realizzazione di smart road di tipo 1 nel Mezzogiorno, con gli utenti che non diventerebbero soltanto fruitori ma sarebbero a loro volta fornitori di informazioni tramite la comunicazione tra veicoli e veicoli-infrastruttura. L’obiettivo è anticipare la tempistica già prevista nel relativo decreto ministeriale che prevede entro il 2030 l’implementazione delle nuove tecnologie in tutte le infrastrutture viarie di nuova realizzazione e anche in quelle già esistenti che siano oggetto di potenziamento e di interventi di innovazione.
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