Ieri mattina l’Ufficio gestione risorse umane dell’Asp di Reggio ha disposto la «sospensione obbligatoria dal servizio» del direttore del Distretto Tirrenico Salvatore Barillaro, finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Chirone”, con cui la i magistrati antimafia reggini hanno svelato i torbidi interessi della cosca Piromalli sulla disastrata sanità. Una sanguisuga, la famigerata ’ndrina gioiese, che ha drenato milioni di euro pubblici sottraendoli alle salute dei reggini.
Il the day after degli arresti è stato ancora più pesante per l’Asp e per il suo nuovo commissario Gianluigi Scaffidi, il quale sapeva bene si essersi tuffato in un mare in tempesta ma non credeva che la burrasca fosse così forte da impedirgli quasi di nuotare. «È difficile, davvero difficile, cercare di tenere il timone di questa barca che fa acqua da tutte le parti – commenta Scaffidi –. E l’arresto di Barillaro complica ulteriormente le cose poiché era assegnatario di molti temi importati. L’ho sostituito subito nominando ad interim il dott. Domenico Carbone, che è direttore del Distretto di Reggio, tuttavia ciò comporterà inevitabilmente un rallentamento fisiologico delle attività dell’Azienda».
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