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Il Tar Calabria boccia l'ordinanza di Spirlì, da oggi riaprono le scuole - IL DECRETO

La Calabria è collocata in zona gialla dal 29 gennaio per la quale resta confermata la didattica in presenza delle attività scolastiche»

Tar Calabria

«La normativa statale (art. 43 DPCM cit.) contempla esclusivamente per le aree in zona rossa la sospensione delle attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado in presenza prevedendone esclusivamente la prosecuzione con modalità a distanza laddove la Calabria, nel quadro classificatorio stabilito a seguito dell’art. 1 del D.L.n.15/21 è collocata in zona gialla dal 29/1 u.s. per la quale resta confermata la didattica in presenza delle attività scolastiche, oltre che -giova ricordarlo- gli esercizi commerciali (bar, ristoranti) e le attività produttive». È questo il principale motivo per il quale il Tar ha sospeso l’ordinanza con la quale il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, aveva disposto la chiusura delle scuole di ogni e grado in Calabria, e la contestuale attivazione della Dad, dall’8 al 21 marzo, a causa dell’emergenza coronavirus. Lo stop all’ordinanza regionale è arrivato questa mattina con un decreto cautelare del presidente del Tar, Giancarlo Pennetti, che ha accolto il ricorso presentato da numerosi genitori. La trattazione del merito della causa è stata fissata al 14 aprile. Di conseguenza, da domani le scuole della Calabria saranno regolarmente aperte. Inoltre, i giudici del Tar hanno evidenziato che «la giustificazione del potere esercitato dal Presidente della Regione avrebbe semmai dovuto trovare fondamento in un quadro epidemiologico orientato nettamente verso un peggioramento dei parametri di cui tenere conto e del cui conseguente accertamento l’istruttoria procedimentale avrebbe dovuto farsi carico e di cui la motivazione del provvedimento avrebbe dovuto dare contezza».

IL DECRETO

I legali

Gli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti hanno espresso «compiacimento e soddisfazione per il decreto cautelare che S.E. il Presidente del T.A.R. Calabria ha emesso stamane con cui ha disposto la riapertura delle scuole sul ricorso da noi proposto nell’interesse di numerosi genitori preoccupati della crescita psico-fisica e culturale dei loro figli. Abbiamo sostenuto e sosteniamo che la scuola è un diritto e non un optional e che tale diritto è solennemente esaltato nella nostra Carta Costituzionale e ciò proprio al fine di permettere ai nostri ragazzi di avere un’educazione adeguata per la crescita dell’intera società».

Le reazioni

«Per favore, fermate questo gioco al massacro. La scuola è una cosa troppo seria per lasciarla ad estemporanee improvvisazioni. L'ordinanza odierna del Tar dimostra ancora una volta che il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, delibera sulla pelle di famiglie, docenti e studenti calabresi senza conoscere le questioni; egli opera, sottolinea il Tar, "in carenza di autonoma istruttoria"». Così il deputato dem Antonio Viscomi, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera dei Deputati, commenta la decisione del Tar che ha riaperto le scuole. «Chiudere o aprire le scuole- conclude Viscomi- non è una decisione ideologica da assumere in astratto sulla base di proprie singolari valutazioni, ma dipende, ovviamente, dalle analisi e comprensione del contesto. Tra proclami social, ordinanze regionali e provvedimenti giudiziari, purtroppo, le prime vittime sono i ragazzi. Chi governa ha il dovere di saperlo, chi lo affianca ha il dovere di ricordarglielo».

Critico il consigliere comunale di Catanzaro, Nicola Fiorita: «Nei giorni in cui a tutte le Istituzioni si chiede il massimo sforzo di serietà e progettualità per superare l'emergenza Covid-19, la Calabria e il suo capoluogo sono costretti a subire ancora una volta l'improvvisazione della classe dirigente. Mentre il governatore Antonino Spirlì trascorre il suo tempo sui social, interrogando Facebook per motivare le sue decisioni in materia di chiusura delle scuole, il Tar della Calabria continua a ribadire che viceversa le aule devono rimanere aperte. Costringere tutti gli studenti calabresi alla didattica distanza è una scelta difficile e dettata certamente da una genuina preoccupazione della terza ondata. Non è in dubbio il travaglio, anche emotivo, che sta alla base un atto di tale importanza.  Ma le motivazioni con cui il Tar boccia Spirlì fotografano un'imbarazzante azione amministrativa, fondata sull'incapacità di analisi oggettiva: "Non si rinviene nell’ordinanza impugnata – scrive il Tribunale amministrativo – una specifica istruttoria volta a stabilire se, quali e quanti contagi abbiano in concreto interessato le scuole calabresi". Forse Spirlì crede che per sospendere un diritto essenziale, come quello allo studio, sia sufficiente incassare qualche like e non ravvisa la necessità di argomentare. E invece occorrono dati certi, dialogo con le professionalità che pure non mancano nel complesso sistema sanitario calabrese e capacità di analisi. Sostenere con dati scientifici la decisione di chiudere gli istituti scolastici di ogni ordine e grado sarebbe stato fondamentale per non gettare nel caos un intero sistema fatto di docenti e dirigenti scolastici, di famiglie e studenti. Costoro continuano a essere privati del diritto di programmare una quotidianità già segnata dalla pandemia. Non si può vivere alla giornata quando si parla di formazione e istruzione. I calabresi meritano rispetto. Con Spirlì invece la Calabria si scopre nuovamente mortificata. In questo quadro, Catanzaro deve affermare il suo ruolo di guida e capoluogo. Saremo al fianco del sindaco Sergio Abramo se, con uno scatto di orgoglio, decidesse di incidere positivamente sulla vita dei catanzaresi e dei calabresi, distinguendo la sua azione amministrativa dalla pallida rappresentazione messa in scenda dal presidente facente funzione. Catanzaro e il suo primo cittadino alzino la voce e pretendano rispetto».

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