
Il primato negativo in termini assoluti spetta ai comuni del Sud Italia comprese le isole con ben 392 comuni che non pubblicano elenco, segue il Nord Italia con 213 comuni e il Centro con 65 comuni che non pubblicano dati.
A livello regionale tra le più virtuose Basilicata, Marche, Emilia Romagna, Liguria e Lazio. Tra le regioni meno trasparenti segnaliamo Umbria, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Sardegna, Toscana e Campania.
E' quanto emerge da un report di Libera sulla trasparenza dei dati dei beni confiscati.
"RimanDATI» è stato promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, primo appuntamento di una serie di iniziative in occasione dell’anniversario dei venticinque anni dall’approvazione della Legge 109/96.
Il Report di Libera (il monitoraggio ha avuto inizio nel mese di maggio 2020 e si è chiuso il 31 ottobre 2020) vuole accendere una luce sulla carente trasparenza e mancata pubblicazione dei dati dei comuni italiani in merito ai dati sui beni confiscati che insistono nei loro territori perché sono proprio i comuni ad avere la più diffusa responsabilità di promuovere il riutilizzo dei patrimoni. Eppure, proprio a livello comunale le potenzialità della filiera della confisca sono tuttora dense di ostacoli, criticità ed esitazioni.
La base di partenza del lavoro di monitoraggio - spiega Libera - coincide con il totale dei comuni italiani al cui patrimonio indisponibile sono stati «destinati» i beni immobili confiscati alle mafie per finalità istituzionali o per scopi sociali. La ricerca analizza nello specifico le modalità di pubblicazione degli elenchi anche su scala regionale. Sui 406 comuni che hanno pubblicato l’elenco, è stato costruito un ranking: su una scala da 0 a 100 la media è pari a 49.11 punti.
La fotografia regionale restituisce un quadro generale di grande criticità. Sono 11 le regioni che sono al di sotto della media regionale e «rimandate» sulla modalità delle pubblicazioni:
Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Umbria, con valori che variano da una media 42 a 48. Bocciate Sardegna, Molise, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta.
E' stato anche realizzato un focus su alcuni capoluoghi di regione: ottime le performance di Milano (90.43), Genova
(80.87), Roma(80.87) e Napoli(76.52). Oltre la sufficienza Reggio Calabria (65.22) e Palermo (61.72). Solo Bologna(42.61) e Firenze (46.96) non riescono a superare la media di 49.11 del ranking nazionale. In particolare Milano presenta un elenco ed è regolarmente disponibile alla voce «beni immobili e gestione patrimonio» della sezione Amministrazione Trasparente del sito internet istituzionale del Comune. È pubblicato correttamente in un link specifico e risulta regolarmente aggiornato. Anche Genova presenta un elenco è pubblicato nel formato PDF e contiene gli estremi che permettono di individuare il soggetto gestore del bene. Sotto la media Bologna e Firenze.
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