«Ci stiamo confrontando in maniera civile e democratica, mi auguro che questo confronto porti a una decisione definitiva, perchè il progetto di vaccinare tutto il personale scolastico lo sta portando avanti solo la Calabria». Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa nella sede della Giunta a Catanzaro. Spirlì si è soffermato sul suo progetto di vaccinare, a partire dalla prossima settimana, il personale scolastico con la chiusura per almeno 15 giorni degli istituti, progetto che sta suscitando molte polemiche in Calabria.
"Mancano poche ore, se i sindacati sono d'accordo non ci sono problemi"
«Noi - ha esordito il presidente facente funzioni - abbiamo da vaccinare 130mila anziani e over 80, in più carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili del fuoco, a cui si devono sommare 58mila operatori scolastici. Ho chiesto, in maniera serena e tranquilla, ai sindacati e alle rappresentanze della scuola di fare un passo verso il personale sanitario e metterlo nella condizione di poter lavorare in piena tranquillità senza polverizzare gli interventi. Ci rifletteranno, ormai mancano poche ore: se sono d’accordo non ci sono problemi».
"Senza intoppi possiamo fare vaccinare in santa pace"
«Io credo - ha rilevato Spirlì - che, viste queste brutte previsioni a livello nazionale di drammatiche varianti, forse convenga fare un passo un pò indietro nelle pretese e un passo avanti nelle proposte e mettere al sicuro il personale scolastico. Pensiamo a 15 giorni di chiusura perchè sono 59mila da vaccinare: ci auguriamo che in quelle due settimane si possa vaccinare tutti quanti, almeno quelli disponibili. Se non si crea intoppo a una sanità ferita in Calabria possiamo farlo in santa pace».
"Chiudiamo questa storia, potremmo andare a un periodo di lockdown"
Spirlì ha poi aggiunto: «Chiudiamo questa storia altrimenti potremmo andare a un periodo di lockdown totale, con le scuole chiuse dal governo e con il personale scolastico neanche vaccinato. Ci stiamo confrontando in maniera civile e democratica, mi auguro - ha sostenuto il presidente facente funzioni della Regione - che questo confronto porti a una decisione definitiva, perchè il progetto di vaccinare tutto il personale scolastico lo sta portando avanti solo la Calabria, mi sembra si stia accodando forse la Sicilia. Mi auguro che entro la giornata di oggi si possa decidere e portare a casa questo risultato importante perchè metterebbe tranquillità nella scuola, negli studenti e nelle famiglie consegnando una scuola più sicura di quanto non sia prima».
I sindacati proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola
Le Organizzazioni sindacali FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA RUA – SNALS CONFSAL – GILDA della regione Calabria, ai sensi dell’art. 11, comma 4, dell’accordo Aran del 2 dicembre 2020 e della Legge n. 146 del 12 giugno 1990, proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola in servizio presso gli istituti scolastici della Calabria. Lo stato di agitazione origina: • dall’ordinanza n. 4 del 30.01.2021, emanata dalla Regione Calabria e fortemente contestata dalle scriventi organizzazioni sindacali, per gli effetti prodotti sulla scuola secondaria di secondo grado in seguito alla possibilità di fare scegliere alle famiglie la modalità di didattica, in presenza o a distanza, per il 50%; • per l’inaccettabile situazione di forte caos e disorientamento venutasi a creare sull’intera comunità educante a seguito delle continue dichiarazioni, fatte del presidente facente funzioni Nino Spirlì, relative alle modalità di attuazione del piano vaccinale per i docenti e il personale ATA senza, ad oggi, riferimenti normativi ed indicazioni precise; • per la volontà, più volte manifestata dal presidente facente unzioni Nino Spirlì, attraverso dichiarazioni pubbliche e dirette video trasmesse sui social network, di chiudere le scuole (sospensione dell’attività didattica in presenza) per un periodo non inferiore a giorni 15 al fine di consentire la somministrazione del vaccino ai lavoratori della scuola che ne facciano richiesta. Si richiede, pertanto, l’esperimento della procedura conciliativa prevista dalla citata legge.