Calabria

Venerdì 03 Maggio 2024

Gli orrori al cimitero di Tropea aprono la stagione dei veleni

Le bare venivano trasportate in uno spiazzo attiguo al camposanto di Tropea nel cassone di una motoape e venivano distrutte

L’inchiesta sulle estumulazioni abusive e sulla profanazione delle salme al cimitero di Tropea ha, di fatto, aperto la stagione dei veleni nella cittadina che si è ritrovata epicentro di un carosello di presunte illegalità. Atti e misfatti che sarebbero stati compiuti nella “Capitale delle vacanze” messi nero su bianco in una sorta di manifesto che in queste ore sta facendo il giro di Tropea e non solo perché le carte sono finite anche al vaglio della Procura di Vibo, guidata da Camillo Falvo che ha coordinato l’inchiesta sul cimitero su cui sono ancora al lavoro i militari della Gdf a loro volta coordinati dal comandante Roberto Prosperi. In cinque pagine viene ricostruita una mappa di collegamenti, rapporti e collusioni con esponenti delle cosche. Insomma una sorta di “inno” alle corruttele e all’illegalità molte delle quali datate nel tempo, altre recenti. Una ricostruzione minuziosa – con tanto di nomi, cognomi, parentele, collegamenti con le cosche e amicizie – fatta da chi o da quanti hanno voluto togliersi dalla scarpa non qualche sassolino, ma veri e propri macigni lanciandoli contro l’attuale amministrazione comunale e soprattutto contro il sindaco Nino Macrì accusato, tra l’altro, di «... atti ingiustificati nei confronti di imprenditori, commercianti e semplici cittadini che non condividono il suo operato politico...», nonché contro il comandante della Polizia municipale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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