I medici di famiglia pronti a partecipare alla vaccinazione dei calabresi over 80. Rosalbino Cerra segretario regionale della Federazione Medici di Medicina Generale non mostra ritrosie nell’illustrare il quadro e accettare la sfida. «Noi siamo disponibili anche se occorre tenere conto di alcuni problemi pratici. Problemi che contiamo di risolvere e, a tal proposito, domani mattina presenterò alla Regione Calabria il nostro progetto d’intervento. I medici di famiglia appaiono fondamentali nella campagna di vaccinazione perché conoscono i pazienti, uno per uno, in tutti i centri piccoli e grandi della Calabria. Per i singoli operatori della Asp sarà problematico raggiungere in tempi celeri paesi lontani dai grandi centri urbani e dalle principali vie di comunicazione. In questo caso i medici di famiglia svolgeranno un ruolo determinante. Se verremo dotati delle dosi che necessitano credo che, nel giro di due mesi, potranno essere vaccinate tute le persone ottantenni e ultraottantenni. Ciascuno, però, dovrà ben sapere cosa fare. Mi spiego meglio: la Protezione civile dovrà trasportare nei singoli luoghi le dosi necessarie che saranno affidate ai medici di famiglia. I sindaci e le Aziende sanitarie provinciali dovranno offrire tutta la loro collaborazione per favorire le operazioni. Quanto abbiamo stabilito, attraverso una mappatura precisa di luoghi, pazienti e numero di vaccini necessari, che comunicheremo al prefetto Guido Longo, consentirà di offrire un’azione straordinariamente efficace. Si tratta, però, di agire con celerità e buona organizzazione». Al responsabile regionale fa eco il segretario provinciale di Cosenza, Antonio D'Ingianna: «A integrazione di quello che è il piano regionale e per organizzare meglio il territorio, non sarebbe sbagliato ricorrere ai Centri operativi comunali, i cosiddetti “Coc”, che si attivano in caso di grandi emergenze» afferma D’Ingianna. «L’attivazione dei Coc è specifica della gestione delle emergenze e vede intorno al tavolo la figura del sindaco, della Protezione civile, delle associazioni di volontariato, delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari. Ciò» – sottolinea il dirigente della Fimmg – «permetterebbe da subito non solo la corretta gestione dell’anagrafica e la rilevazione dei cittadini fragili che necessitano della somministrazione del vaccino a domicilio, ma anche l’individuazione delle grandi strutture, palestre polifunzionali etc., per garantire la vaccinazione in sicurezza, perché – rimarca D’Ingianna – non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in piena emergenza Covid».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia