"Oggi la mafia, la 'ndrangheta, è diventata un soggetto interlocutore che discute alla pari con la politica" e "sempre più spesso vediamo dei capimafia che vengono cercati dai candidati alle elezioni politiche". Lo ha affermato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri intervenendo questa mattina all’incontro online con gli studenti bergamaschi "Il volto delle mafie. Infiltrazioni mafiose ed emergenza sanitaria: anche il Covid diventa business".
"Gli incontri tra politici e capimafia "abbracci mortali"
Definendo gli incontri tra politici e capimafia "abbracci mortali", Gratteri spiega che "avvengono negli ultimi giorni delle elezioni, quando il candidato politico ha paura di non farcela, di non essere eletto, e quindi si rivolge al capo mafia per avere pacchetti di voti in cambio di appalti. Questo porta sempre più a vedere le mafie come interlocutore". Il magistrato rileva che "nel corso dei secoli è stata la classe dirigente, la classe dotta, borghese, aristocratica, che di volta in volta, pensando di servirsi di questi mafiosi, in realtà ha dato legittimazione, al punto che oggi il rapporto si è ribaltato. Se si considerano gli ultimi 20 -30 anni, la politica è sempre più debole, è sempre meno presente sul territorio, mentre il capomafia è sempre presente sul territorio, e quindi dà risposte, viziate e drogate, ma da risposte. Il popolo ignorante pensa che siano quelle risposte siano giuste, e cade in questa sorta di generosità drogata, che deriva anche dall’assenza della politica e della società civile". Questo meccanismo, evidenzia il procuratore, "porta le mafie a essere sempre più potenti".