Durante la prima ondata il Covid non era riuscito a farsi strada nello sbarramento posto a protezione della casa circondariale di Vibo. In quel caso, infatti, la pandemia era rimasta fuori dai cancelli. Con la seconda ondata, però, qualcosa è cambiato e ora il timore è che all’interno del carcere sia esploso un focolaio, anche se al momento con numeri ridotti rispetto a quello della popolazione carceraria. Comunque sia le condizioni – stando alle notizie trapelate – ci sarebbero tutte considerato che circa nove detenuti, diversi dei quali ristretti nella media sicurezza, sono stati contagiati dal virus. Numero a cui bisogna aggiungere anche quello relativo ai casi di positività (circa dieci) tra gli operatori della Polizia penitenziaria Fatto sta che nell’istituto di pena sono state sospese le visite in presenza degli avvocati i quali possono comunicare con i propri assistiti solo attraverso una video-chiamata. Al contempo all’interno della casa circondariale si sta facendo il possibile per evitare il diffondersi del contagio e, oltre ai tamponi eseguiti quasi a tappeto, sono state attivate tutte le procedure ed i protocolli per garantire sicurezza, ma soprattutto per prevenire l’insorgenza di altri casi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria