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Calabria, le falle sul tracciamento dei positivi. Il 50% dei tamponi non viene registrato

Pienamente funzionante dallo scorso mese di luglio eppure sistematicamente “snobbata” dalle Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. La piattaforma informatica per la gestione dei soggetti Covid-19, messa a punto dalla Protezione civile calabrese, avrebbe potuto assumere un ruolo ancora più centrale se fosse stata presa in seria considerazione dall’inizio. Nelle ultime settimane qualcosa sembra essere cambiato ma è ancora troppo poco per parlare di svolta. Basti pensare, fanno osservare i responsabili della Prociv, guidati dal dirigente Fortunato Varone, che siamo arrivati al 50 per cento di utilizzo del software. Una percentuale importante se si tiene conto delle performance registrate sino a fine novembre.
I tamponi “persi” Ma cosa significa tutto ciò? Vuol dire che su circa 2.000 tamponi effettuati quotidianamente in Calabria, ne vengono caricati circa la metà sulla piattaforma. Il resto, invece, si perde tra i mille rivoli di un’organizzazione elefantiaca, tra conteggi a penna, fogli excel dalla destinazione incerta e un buco nero nel quale confluisce di tutto.

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