Tanto tuonò che piovve. La Guardia di finanza ha acquisito su decreto firmato dal procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo, tutta la documentazione relativa al pagamento delle indennità aggiuntive concesse al personale dell’Asp impegnato nella lotta alla pandemia. Le Fiamme gialle sono entrate in azione nella sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza prendendo tutti i fascicoli, la corrispondenza ed i prospetti relativi alle somme versate ai singoli medici, infermieri e dipendenti amministrativi. Sugli emolumenti assegnati ai componenti del gruppo di lavoro, costituito da uomini e donne reclutati nelle strutture che si occupano di Igiene Pubblica, Epidemiologia e Medicina legale, aveva presentato una interrogazione parlamentare il deputato M5S Francesco Sapia chiedendo lumi ai ministri della Salute e dell’Economia.
La vicenda è complessa
Tutto comincia con la prima pandemia dell’inverno-primavera. Vista la gravità della situazione, viene autorizzato dall’Asp, all’epoca retta dal commissario Giuseppe Zuccatelli, con delibera formale del 5 marzo ma con retroattività a partire dal 24 febbraio, l’impiego sul territorio provinciale d’un gruppo di lavoro che possa svolgere le attività connesse alla lotta Covid agendo dalle 8 alle 20 nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. La durata dell’impegno del pool è fissata fino al successivo 31 maggio. Vengono perciò delineate le sfere di operatività e nella relativa delibera si legge: «attività specifiche di prevenzione, medicina legale necroscopica, rapporti istituzionali a livello provinciale e regionale per l’afflusso dei dati, misure di contenimento del contagio, cioè quarantena e isolamento fiduciario in tutta la provincia, individuazione e mappatura dei soggetti a rischio secondo attività di contact tracing». Per la mole di compiti da svolgere viene pure fissata, sempre con atto ufficiale emesso il 28 maggio successivo, la indennità aggiuntiva da corrispondere al personale stabilita «ai sensi del Contratto nazionale di lavoro in 60 euro per ora di attività». Zuccatelli, previsto nel frattempo l’impegno di spesa e individuati i fondi Covid da utilizzare, prevede l’impegno «massimo complessivo di 705.250 euro destinati al pagamento delle spettanze». L’iniziativa del manager cesenate viene fatta propria dal successivo commissario, Simona Cinzia Bettelini, che proroga l’impegno del “gruppo di lavoro” fino al 31 dicembre prossimo.
Il decreto legge
Interviene, intanto, il decreto legge , poi convertito in legge, dell’agosto del 2020 che addirittura «aumenta in deroga alla contrattazione» la indennità aggiuntiva da 60 ad 80 euro lordi per ogni ora lavorativa. Il gruppo di lavoro si occupa delle “zone rosse”, dei focolai scoppiati anche in estate nel capoluogo e lungo le fasce ioniche e tirreniche e mette in piedi 11 squadre Usca attive, divise per aree, nell’ambito dei 150 comuni della provincia. Nasce pure il Centro operativo territoriale (Cot) di Cosenza. Le indennità aggiuntive, in base alle diversificate tipologie di lavoro svolto dai beneficiari nell’ambito del pool, vengono assegnate a maggio in relazione ai mesi precedenti e, ad ottobre, in relazione alle mansioni svolte a giugno, luglio e agosto. Le somme accordate a maggio balzano da un minimo di 1000 euro a un massimo di 25.824, mentre in ottobre variano da un minimo di 130 euro a un massimo di 13.080 ciascuno, a seconda delle funzioni espletate . L’ammontare delle somme percepite da ciascun componente della struttura anti-covid, viene stabilita sulla base degli orari di lavoro attestati e comunicati al settore competente dell’Asp. Il procuratore Spagnuolo vuol adesso verificare se i criteri seguiti per assegnare le somme siano stati corretti e se ciascuno dei beneficiari abbia realmente operato per il numero di ore indicato nei documenti acquisiti.
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