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Quei dolci "smarriti" in Calabria, il servizio delle Poste è un...disservizio

Dolci

Va bene Natale e l’affollamento delle spedizioni, va bene, anzi va male il Covid come giustificazione per tutto, va bene che siamo nella trascurata Calabria, va bene o male tutto quel che si vuole trovare come scusante, ma uno pensa che spedendo qualcosa “espresso” con le Poste Italiane in partenza da Limbadi con destinazione Cosenza, Roma, Sesto San Giovanni (Milano), se la spedizione non va a buon fine in tre giorni, in cinque-sei può avere successo. Invece no.

Una pasticceria di Limbadi per mio conto ha spedito e ben pagato, tre pacchettini di dolci natalizi. Accadeva il 15 dicembre, nove giorni ritenevo erroneamente sarebbero bastati e i destinatari avrebbero potuto assaggiare il torrone, le pitte e gli amaretti spediti. Invece no, perché definire pessimo un servizio come quello di Poste italiane sarebbe una lode chiaramente immeritata (nello stesso giorno ho spedito da Cosenza un pacchettino con una posta privata ed è arrivato a Roma dopo due giorni soltanto). Oggi la sorpresa.Praticamente quei tre pacchettini spediti con Poste italiane non si sono mai mossi dalla Calabria. Quello destinato a Cosenza è fermo dallo stesso giorno 15 a un centro di Marcellinara, gli altri due sono fermi addirittura a Vibo. Non arriveranno per Natale, e con questa “velocità” difficilmente anche per Capodanno o per l’Epifania. Pazienza…

Mi domando però se c’è un responsabile di questo servizio, meglio “disservizio”, che ne risponderà mai, visto che la spedizione è stata regolarmente (ben) pagata e il servizio non è stato prestato. Immagino quanti altri si troveranno nell’identica situazione.

In un paese serio – ma alle nostre latitudini appare difficile – qualcuno cercherebbe di capire perché il disservizio si è verificato, rimuoverebbe l’irresponsabile incapace che lo ha provocato e pretenderebbe le dimissioni dall’incarico. Dubito che ciò accadrà. Vedrò se ci sono altre forme perché ciò avvenga.

 

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