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Fincalabra: dichiarati esuberi, sindacati sul piede di guerra

La sede di Fincalabra

Acque agitate in Fincalabra, la finanziaria controllata dalla Regione Calabria, dove i sindacati paventano il rischio di licenziamenti. Il management, secondo quanto apprende l'AGI, dichiara 15 esuberi su 120 dipendenti, scatenando la reazione dei sindacati. "Tutto - spiegano le segreterie regionali di Fisac Cgil, First Cisl e Uilca Uil - nasce dalla pubblicazione di un'informativa" considerata dal Presidente Salvino e dalla Vice presidente Barberi un atto dovuto. Tuttavia, durante la riunione che si è svolta venerdì scorso, non si è riusciti a capire le motivazioni alla base di questo atto dovuto".

Dietro la comunicazione del presidente, spiega il segretario regionale della Fisac-Cgil, Gennaro Patera, s'intravede una manovra finalizzata a liberare il posto a qualche alto dirigente del Corap, il consorzio regionale per le aree industriali, altro ente strumentale della Regione Calabria, di cui in questi giorni Fincalabra acquisirà alcune attività.

"Il management - spiega Patera - assicura che gli esuberi non comporteranno il licenziamento dei 15 lavoratori, ma non si capisce allora perchè si faccia ricorso a una procedura che prevede il licenziamento. Il dubbio è che si voglia fare spazio a qualche alto dirigente del Corap". Nell'informativa, spiegano i sindacati, "vengono indicate eccedenze di personale, carenza di inquadramenti, necessità di un piano formativo. Ma contemporaneamente la Giunta regionale formalizza il dirottamento di circa 4 mln di euro a Fincalabra, che svolgerà attività di supporto tecnico-finanziario al Corap.

Da diversi anni i lavoratori di Fincalabra - denunciano i sindacati - sono sottoinquadrati per una precisa volontà aziendale, nonostante le proteste e i dissensi delle organizzazioni sindacali aziendali e regionali di categoria. E' stato, quindi, chiesto che senso abbia siffatta informativa se, come dichiarato dal management, il solo scopo è quello di realizzare un progetto formativo ed inquadramentale del personale, ma non abbiamo avuto risposta".

Evidentemente, a parere dei sindacati, "le vere motivazioni non possono essere svelate ed il collegamento ai 4 mln ed a Corap potrebbe essere una strada da seguire per arrivare alla soluzione del caso. Per farlo ci dovremmo trasformare in investigatori, ma siamo sindacalisti e, in quanto tali, facciamo notare che l'Azienda non può applicare opportunisticamente la legge (Madia nella fattispecie) senza coordinare la propria azione con il Contratto. E in Fincalabra il contratto applicato che spesso l'azienda dimentica (scatti d'anzianità, festività soppresse, aumenti tabellari) è il contratto ABI che, nella fattispecie, prevede strumenti ed iter appositi, oltre all'immediato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che l'Azienda non ha inteso porre in essere. Contestiamo, quindi, - lamentano le sigle sindacali - la totale mancanza di trasparenza dell'Azienda, che ha dichiarato di aver avviato già da tre mesi gli atti conseguenti, senza informare i rappresentanti dei lavoratori, nella cui qualità avvieremo da subito le verifiche dei profili di legittimità e di eventuale presenza di politiche discriminatorie, visto che non sono stati chiariti metodi e politiche adottate per determinare le paventate eccedenze di personale".

"Fa specie", infine, secondo i sindacati, "la totale assenza di trasparenza e di sensibilità per il contesto in cui vivono le famiglie e le aziende calabresi. Nel momento in cui occorre impegnare tutti i dipendenti nel massimo sforzo per fornire immediate risposte alla domanda di consulenza, agevolazioni e finanziamenti della clientela, il management di Fincalabra dichiara esuberi? Alla faccia della mission aziendale che, lo ricordiamo, è finalizzata a (sviluppare il sistema produttivo e delle PMI operanti su territorio regionale anche attraverso la qualificazione delle risorse professionali e manageriali e l'incremento dei livelli occupazionali in Calabria".

«Apprendo con soddisfazione dell’emanazione di un bando rivolto ai laureati in medicina e chirurgia (abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli albi professionali), agli infermieri e, vix tandem, agli assistenti sanitari». Lo afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro che aggiunge: «Dopo aver incontrato Francesco Nicotera, presidente dell’Associazione nazionale Assistenti Sanitari – Sezione Calabria (ASNAS), ho segnalato a più riprese (in un’interrogazione diretta al Presidente della Regione formalizzata il 5 ottobre 2020 e in un’istanza del 10 dicembre 2020 rivolta al Presidente della Regione, al Commissario ad acta per la Sanità e alle Asp di Catanzaro, Crotone, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia) la grave e inspiegabile assenza dell’importante figura professionale dell’assistente sanitario – a cui l’Università della Calabria e l’Università Magna Graecia hanno dedicato un corso di laurea inter-ateneo a conferma della necessità di tale figura – dai bandi e dalle manifestazioni di interesse diretti all’assunzione di diversi operatori sanitari ed emanati con l’obiettivo di contrastare la diffusione del Covid-19. Finalmente, con un avviso pubblico dell’11 dicembre che porta la firma del commissario straordinario dell'emergenza epidemiologica Domenico Arcuri, si conferisce la giusta dignità anche ai tanti professionisti calabresi che hanno investito impegno ed energie per qualificarsi in questo settore e che oggi possono dare un forte contributo nella propria regione, affiancando medici e infermieri nell’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti SARS-COV-2». Conclude il consigliere regionale: «Un’occasione imperdibile che colma un’anomala lacuna del sistema sanitario calabrese, scongiurando le ipotesi di inoccupazione o di emigrazione professionale per i molti assistenti sanitari della Calabria».

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